E’ notizia recente, l’annuncio di un gruppo di ricercatori, turchi e cinesi, di aver ritrovato sul monte Ararat in Turchia, i resti dell’Arca di Noè. Come mai dunque un avvenimento così importante è avvenuto nell’indifferenza generale ? Questa notizia sarebbe certamente sensazionale se non fosse che negli ultimi due secoli, almeno altre cinquanta volte si annunciò al mondo la stessa notizia, rivelatasi poi, priva di qualunque fondamento scientifico. La ricerca dell’Arca, fu nel corso di tutto il periodo medievale, seconda solo a quella riguardante il Santo Graal, ma, al contrario di questa, prese un rigore quasi scientifico dal 1829, quando il tedesco Friedrich Parrot, organizzò una vera e propria spedizione sul monte Ararat, che fallì miseramente. Il monte Ararat, è un vulcano, e si trova nella Turchia Orientale, in quello che un tempo era considerato territorio Armeno, ha la considerevole altezza di 5.165 m. e certamente la sua mole, che lo rende visibile da tutto il territorio circostante, assieme alla sua vetta perennemente ricoperta di neve, ha contribuito a farlo considerare da sempre, dalla popolazione locale, come dimora di entità spirituali, infatti, in lingua armena Ararat, significa “casa di Dio” o “luogo creato da Dio”. Questo monte è tanto sacro e importante per gli Armeni, che l’hanno inserito nella loro bandiera Nazionale, a simboleggiare la loro unità. Com’è noto a tutti, nella Bibbia si narra che l’Arca dopo avere navigato per un anno sulle acque che, per volere di Dio, avevano ricoperto la terra e sterminato tutti gli uomini rei di orrendi peccati, approdò sul monte Ararat, e li rimase. Quest’avvenimento planetario, chiamato Diluvio Universale per altro mai suffragato da prove certe, è presente da millenni nelle credenze popolari, non solo dei cristiani, ma di tutte le popolazioni che si sono succedute nella zona.
Attorno agli anni sessanta, avvenne un fatto che contribuì ad alimentare ancora di più quest’antica leggenda. Quella parte della Turchia si trova al confine di quello che un tempo era l’Unione Sovietica, quindi teatro di frequenti voli degli aerei spia americani, i famosi U2, ebbene, su una foto aerea, scattata attorno agli anni 60, apparve una strana conformazione rocciosa, che insinuò in qualcuno il dubbio, trasformatosi presto in certezza, che potesse trattarsi dell’Arca di Noè. Più tardi, anche i satelliti spia fotografarono questa strana forma sotto il ghiaccio, e gli analisti della CIA, non riuscendo a capire di cosa si trattasse, gli assegnarono un nome che porta tuttora, ossia “anomalia del monte Ararat”. (continua a pag 2)
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