Lo storico Giancarlo Bertuccelli mercoledì 5 maggio ha lanciato sulla
pagine de La Nazione, cronaca di Massa, l'ennesimo allarme sul
Cinipide, l'insetto nemico del castagno che infesta da tempo anche i
castagni di Castelpoggio. L'assessore Ceccotti ha risposto con
un altro articolo (stessa pagina) rassicurando gli agricoltori di tutta
la Provincia. Proponiamo di seguito i dui articoli:
ALLARME
Bertuccelli: «E' necessario intervenire al più presto»
«MI CHIEDO se per le nostre colline e per le nostre montagne non possa esistere un efficace rimedio e se le amministrazioni locali e lo stesso governo non possano fare qualcosa per affrontare questa emergenza». L emergenza di cui parla Gian Carlo Bertuccelli si chiama cinipde dei castagni ed è il parassita che sta attaccando e danneggiando i nostri castagni. Recentemente, nel corso di una passeggiata lungo un antico itinerario che collega il borgo di Antona con San Marcora, Bertuccelli ammirava i castagneti che si sono mantenuti in gran parte sopra i 200-300 metri di quota e rifletteva su come questi luoghi offrano da tempo la possibilità di raccolta delle castagne per fame caldarrostee farina. «Una consuetudine - spiega - sempre esistita, ma che da un paio di anni è messa in crisi da un insetto che pare giungere dall'oriente e che inizia a manifestarsi con involucri della forma di noccioli sulle foglie che crescono sul castagno. Si preannuncia una vera catastrofe per l'antico castagno. Cosa resterà di questo nostro caratteristico paesaggio e cosa resterà di un frutto speciale che negli ultimi tempi è stato innalzato a prodotto dop? Gli abitanti dei luoghi interessati - prosegue Bertuccelli - rimangono stupefatti e sono impotenti, non sanno come potersi muovere e non ricevono consigli da alcuno. Diciamo loro qualcosa - esorta l'uomo -, diamo consigli scientifici e vediamo se veramente dobbiamo forzatamente stare inermi in attesa che questo famelico insetto si estingua da solo, così come è arrivato. Diversamente, andando così le cose, chissà se fra qualche anno non si debba assistere a un vero flagello».
IL CASO
IL CINIPIDE RISCHIA DI DISTRUGGERE LA PIANTA
Sos per salvare i castagni - Ceccotti: "Pronto il piano"
DOVREBBE partire questo mese «l'attacco» al cinipide del castagno, l'insetto che sta minacciando i nostri castagni e che rischia di causare gravi danni al nostro territorio, sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico, sia economico. Il Cinipide, infatti, impedisce l'accrescimento delle piante e causa danni in termini di perdita di frutti. Non è la prima volta che viene lanciato l'allarme e lo stesso assessore provinciale alle Politiche delle risorse agricole e forestali, Domenico Ceccotti non esita a parlare di «problema grave e serio per l'ambiente e per l'economia». Se non altro, ora tuttò sembra pronto per tentare di salvare le piante, presenti numerose nel nostro territorio provinciale ed, in particolare, in Lunigiana. «Abbiamo studiato a lungp le possibili soluzioni - spiega Ceccotti -, abbiamo avuto anche un incontro con i tecnici della Regione, con l'Arsia e con tutti gli interessati ed abbiamo deciso di tentare la difesa del castagno utilizzando la stessa procedura che abbiamo usato tempo fa per combattere un altro parassita delle piante: acquistare il parassita antagonista e aggredire, così, il Cinipide. La volta scorsa, nel giro di un anno, siamo riusciti a risolvere il problema. Speriamo di riuscirci anche con i castagni, la nostro provincia è una delle tre scelte dalla Regione per effettuare questo tipo di sperimentazione». Il problema, del resto, è serio perché può portare pesanti ripercussioni sul paesaggio, sull'ambiente e sull'economia. «Ci sono ancora alcune persone, che si preoccupano, con pazienza ed amore, di curare queste piante - conclude Ceccotti - e meritano tutta l'attenzione e l'impegno da parte dell'amministrazione».
IN EFFETTI, il castagno è ancora un'opportunità lavorativa per alcune famiglie del nostro territorio: «Ci sono aziende - spiega il numero uno di Coldiretti, Vincenzo Tongiani - che producono prodotti di grande qualità derivanti dal castagno. In Lunigiana ci sono aziende che producono farina di castagno, legata anche al Consorzio Lunigiana che non è un consorzio agroalimentare rappresentativo di uno specifico prodotto, ma di una serie di prodotti tipici del territorio, testimoni di tradizioni e cultura. E ancora - conclude Tongiani -, al castagno è legata, ad esempio l'unica 'dop' del miele esistente in Italia e non ci possiamo permettere il lusso di perdere un simile patrimonio».
di Valentina Conte
ALLARME
Bertuccelli: «E' necessario intervenire al più presto»
«MI CHIEDO se per le nostre colline e per le nostre montagne non possa esistere un efficace rimedio e se le amministrazioni locali e lo stesso governo non possano fare qualcosa per affrontare questa emergenza». L emergenza di cui parla Gian Carlo Bertuccelli si chiama cinipde dei castagni ed è il parassita che sta attaccando e danneggiando i nostri castagni. Recentemente, nel corso di una passeggiata lungo un antico itinerario che collega il borgo di Antona con San Marcora, Bertuccelli ammirava i castagneti che si sono mantenuti in gran parte sopra i 200-300 metri di quota e rifletteva su come questi luoghi offrano da tempo la possibilità di raccolta delle castagne per fame caldarrostee farina. «Una consuetudine - spiega - sempre esistita, ma che da un paio di anni è messa in crisi da un insetto che pare giungere dall'oriente e che inizia a manifestarsi con involucri della forma di noccioli sulle foglie che crescono sul castagno. Si preannuncia una vera catastrofe per l'antico castagno. Cosa resterà di questo nostro caratteristico paesaggio e cosa resterà di un frutto speciale che negli ultimi tempi è stato innalzato a prodotto dop? Gli abitanti dei luoghi interessati - prosegue Bertuccelli - rimangono stupefatti e sono impotenti, non sanno come potersi muovere e non ricevono consigli da alcuno. Diciamo loro qualcosa - esorta l'uomo -, diamo consigli scientifici e vediamo se veramente dobbiamo forzatamente stare inermi in attesa che questo famelico insetto si estingua da solo, così come è arrivato. Diversamente, andando così le cose, chissà se fra qualche anno non si debba assistere a un vero flagello».
IL CASO
IL CINIPIDE RISCHIA DI DISTRUGGERE LA PIANTA
Sos per salvare i castagni - Ceccotti: "Pronto il piano"
DOVREBBE partire questo mese «l'attacco» al cinipide del castagno, l'insetto che sta minacciando i nostri castagni e che rischia di causare gravi danni al nostro territorio, sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico, sia economico. Il Cinipide, infatti, impedisce l'accrescimento delle piante e causa danni in termini di perdita di frutti. Non è la prima volta che viene lanciato l'allarme e lo stesso assessore provinciale alle Politiche delle risorse agricole e forestali, Domenico Ceccotti non esita a parlare di «problema grave e serio per l'ambiente e per l'economia». Se non altro, ora tuttò sembra pronto per tentare di salvare le piante, presenti numerose nel nostro territorio provinciale ed, in particolare, in Lunigiana. «Abbiamo studiato a lungp le possibili soluzioni - spiega Ceccotti -, abbiamo avuto anche un incontro con i tecnici della Regione, con l'Arsia e con tutti gli interessati ed abbiamo deciso di tentare la difesa del castagno utilizzando la stessa procedura che abbiamo usato tempo fa per combattere un altro parassita delle piante: acquistare il parassita antagonista e aggredire, così, il Cinipide. La volta scorsa, nel giro di un anno, siamo riusciti a risolvere il problema. Speriamo di riuscirci anche con i castagni, la nostro provincia è una delle tre scelte dalla Regione per effettuare questo tipo di sperimentazione». Il problema, del resto, è serio perché può portare pesanti ripercussioni sul paesaggio, sull'ambiente e sull'economia. «Ci sono ancora alcune persone, che si preoccupano, con pazienza ed amore, di curare queste piante - conclude Ceccotti - e meritano tutta l'attenzione e l'impegno da parte dell'amministrazione».
IN EFFETTI, il castagno è ancora un'opportunità lavorativa per alcune famiglie del nostro territorio: «Ci sono aziende - spiega il numero uno di Coldiretti, Vincenzo Tongiani - che producono prodotti di grande qualità derivanti dal castagno. In Lunigiana ci sono aziende che producono farina di castagno, legata anche al Consorzio Lunigiana che non è un consorzio agroalimentare rappresentativo di uno specifico prodotto, ma di una serie di prodotti tipici del territorio, testimoni di tradizioni e cultura. E ancora - conclude Tongiani -, al castagno è legata, ad esempio l'unica 'dop' del miele esistente in Italia e non ci possiamo permettere il lusso di perdere un simile patrimonio».
di Valentina Conte
Entrambi gli articoli dal quotidiano LA NAZIONE del 5 Maggio 2010 (cronaca di Massa)
Post correlati:
Il nemico del castagno
Conferenza sul Cinipide
Castagni a rischio
Post correlati:
Il nemico del castagno
Conferenza sul Cinipide
Castagni a rischio
Commenti
Puoi seguire questa conversazione iscrivendoti al feed dei commenti a questo post.