Articolo di Enzo De Fazio uscito sul portale d'informazione muckrakers.it, il 30-05-2009
Questa del 2009, è la centesima edizione del giro d’Italia, un secolo di storia ciclistica iniziata alle 2,53 del mattino a Milano, nel lontano 1909, dove 127 temerari presero il via per la prima massacrante corsa di ben 2.449 chilometri, divisa in otto tappe, portata a compimento soltanto da quarantanove di loro, e vinta da Luigi Ganna.
Il Giro d’Italia è da sempre organizzato dalla Gazzetta dello Sport, il più antico giornale sportivo Italiano, nato nel 1896, dalla fusione di due giornali, “Il Ciclista” e “ La Tripletta”, che proprio nell’organizzare questa competizione, bruciò sul tempo il Corriere della Sera che aveva avuto la stessa idea. Oggi è il primo giornale sportivo Italiano per importanza e numero di copie vendute, ma la Gazzetta dello Sport nacque quasi in sordina, con una redazione che comprendeva solo cinque persone, l’uscita era bisettimanale, e una copia costava cinque centesimi di Lire, all’inizio, forse per la difficoltà di trovare materia prima di buona qualità, la carta era di colore verde pisello, e solo nel 1889, fu scelto il colore rosa che anche oggi la contraddistingue. Per cercare di battere la concorrenza di altri giornali sportivi che si andavano affacciando sulla scena sportiva, la Gazzetta dello Sport, organizza nel 1905, la sua prima gara ciclistica, Il Giro della Lombardia, dove acquisirà l’esperienza che la porterà anni dopo a organizzare il Giro d’Italia. Per questa impegnativa gara, che avrebbe avuto il compito di far conoscere la Gazzetta in tutta Italia, fu istituito un montepremi iperbolico per il tempo, ben 30.000 Lire, e si stabilì che al primo andassero 5.325 Lire, e al secondo 300, se si pensa che Armando Cougnet, Direttore del Giro, e Amministratore delegato del giornale, percepiva uno stipendio di “solo” 150 Lire, si può capire quale impegno mettessero i partecipanti per conquistare la vittoria. Si stabilì anche, che la maglia del primo in classifica dovesse essere di colore rosa, uguale a quello del giornale, e che tra una tappa e l’altra, che potevano durare ventiquattro ore, e lunghe anche 500 Km, vi fossero due o tre giorni di riposo, necessari per ridare fiato ai concorrenti, ma soprattutto per dare il tempo materiale ai redattori di stampare e distribuire il giornale. (continua a pag 2)
Il Giro d’Italia è da sempre organizzato dalla Gazzetta dello Sport, il più antico giornale sportivo Italiano, nato nel 1896, dalla fusione di due giornali, “Il Ciclista” e “ La Tripletta”, che proprio nell’organizzare questa competizione, bruciò sul tempo il Corriere della Sera che aveva avuto la stessa idea. Oggi è il primo giornale sportivo Italiano per importanza e numero di copie vendute, ma la Gazzetta dello Sport nacque quasi in sordina, con una redazione che comprendeva solo cinque persone, l’uscita era bisettimanale, e una copia costava cinque centesimi di Lire, all’inizio, forse per la difficoltà di trovare materia prima di buona qualità, la carta era di colore verde pisello, e solo nel 1889, fu scelto il colore rosa che anche oggi la contraddistingue. Per cercare di battere la concorrenza di altri giornali sportivi che si andavano affacciando sulla scena sportiva, la Gazzetta dello Sport, organizza nel 1905, la sua prima gara ciclistica, Il Giro della Lombardia, dove acquisirà l’esperienza che la porterà anni dopo a organizzare il Giro d’Italia. Per questa impegnativa gara, che avrebbe avuto il compito di far conoscere la Gazzetta in tutta Italia, fu istituito un montepremi iperbolico per il tempo, ben 30.000 Lire, e si stabilì che al primo andassero 5.325 Lire, e al secondo 300, se si pensa che Armando Cougnet, Direttore del Giro, e Amministratore delegato del giornale, percepiva uno stipendio di “solo” 150 Lire, si può capire quale impegno mettessero i partecipanti per conquistare la vittoria. Si stabilì anche, che la maglia del primo in classifica dovesse essere di colore rosa, uguale a quello del giornale, e che tra una tappa e l’altra, che potevano durare ventiquattro ore, e lunghe anche 500 Km, vi fossero due o tre giorni di riposo, necessari per ridare fiato ai concorrenti, ma soprattutto per dare il tempo materiale ai redattori di stampare e distribuire il giornale. (continua a pag 2)
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