(segue da pag 1) A conferma di quanto fosse moderno il modo di pensare di Elisa, mise in essere un provvedimento talmente efficace, che proprio in questi giorni si pensa di restaurare sul commercio del marmo. Su suggerimento di un consigliere carrarese tal Ludovico Rizzoli, per favorire la lavorazione del marmo nel luogo di origine, Elisa approva una forma di tassazione a scalare, cioè la vendita del blocco grezzo aveva una tassa altissima, che a mano, a mano decresceva secondo il grado di lavorazione, fino ad arrivare a zero per quanto riguardava le sculture. Come già accennato in precedenza, uno dei compiti della neonata Banca Elisiana, oltre al sostegno degli “studi” cittadini, era il cercare di elevare a livelli europei l’Accademia di Belle Arti, che da lì in poi avrebbe avuto l’esclusiva su tutte le opere in marmo destinate alla Francia. Per sostenere questo sforzo finanziario la Banca contava sulle tasse ricavate dalla vendita del marmo, ma ben presto, complice anche una sorta di sabotaggio adottato dei commercianti di marmo grezzo fortemente penalizzati, dovette chiudere i battenti, sostituita, in alcuni suoi compiti, da una “commissione d’incoraggiamento.” Per secoli la conformazione urbanistica di Carrara non era cambiata. Chiusa e soffocata dalle antiche mura Albericine, non aveva alcuna possibilità di espandersi, per questa ragione Elisa fece abbattere le antiche porte medievali, escluso la Porta del Bozzo, perché inglobata in un edificio, facendo spazio a una ristrutturazione che in pochi anni cambierà l’assetto urbano della città.
Anche la viabilità fu presa in considerazione, con la costruzione di un tratto di strada che cominciava da “for d porta” e portava alla discesa della Puccineta, che i carrarini conoscono meglio come “’l Bocalon” per poi innestarsi su quella che diverrà in seguito il Viale XX Settembre, migliorando di molto la viabilità verso la Marina. Ma sicuramente l’opera più importante per lo sviluppo economico e sociale del territorio fu la costruzione della Via Friedland, una strada postale che attraverso il passo della Foce collega Carrara con Massa, per poi arrivare fino al confine con Sarzana. Questo percorso di cui si hanno notizie fin dal 1300, era una ripida e impervia mulattiera, perciò destò molte perplessità nei progettisti del tempo, preoccupati sia dalle difficoltà tecniche, sia dagli alti costi per la sua realizzazione. Nel 1807, dopo avere costituito un comitato di ricchi proprietari di cave, su cui gravava anche il compito dei sub-appalti, si da inizio ai lavori, che terminano solo nel 1809, quando la strada fu aperta, anche se mancava ancora il ponte carrozzabile sul Frigido. Si cercò poi di porre rimedio al secolare problema della zona acquitrinosa della Marina. Uno studio dell’architetto Carlo Giosuè Marchelli evidenziava come nella zona, dove si era tentato di costruire un porto, vi fosse un enorme e malsano acquitrino, responsabile della diffusione della Malaria, e come i terreni circostanti incolti e abbandonati, fossero ancora di proprietà dei Del Medico, quindi in parte responsabili di quella situazione. Elisa dimostra ancora una volta la sua modernità intellettuale con l’istituzione della scuola elementare pubblica, a scapito di quella privata, che da li in poi comincerà a diffondersi sul territorio, per elevare culturalmente le nuove generazioni.
Anche la viabilità fu presa in considerazione, con la costruzione di un tratto di strada che cominciava da “for d porta” e portava alla discesa della Puccineta, che i carrarini conoscono meglio come “’l Bocalon” per poi innestarsi su quella che diverrà in seguito il Viale XX Settembre, migliorando di molto la viabilità verso la Marina. Ma sicuramente l’opera più importante per lo sviluppo economico e sociale del territorio fu la costruzione della Via Friedland, una strada postale che attraverso il passo della Foce collega Carrara con Massa, per poi arrivare fino al confine con Sarzana. Questo percorso di cui si hanno notizie fin dal 1300, era una ripida e impervia mulattiera, perciò destò molte perplessità nei progettisti del tempo, preoccupati sia dalle difficoltà tecniche, sia dagli alti costi per la sua realizzazione. Nel 1807, dopo avere costituito un comitato di ricchi proprietari di cave, su cui gravava anche il compito dei sub-appalti, si da inizio ai lavori, che terminano solo nel 1809, quando la strada fu aperta, anche se mancava ancora il ponte carrozzabile sul Frigido. Si cercò poi di porre rimedio al secolare problema della zona acquitrinosa della Marina. Uno studio dell’architetto Carlo Giosuè Marchelli evidenziava come nella zona, dove si era tentato di costruire un porto, vi fosse un enorme e malsano acquitrino, responsabile della diffusione della Malaria, e come i terreni circostanti incolti e abbandonati, fossero ancora di proprietà dei Del Medico, quindi in parte responsabili di quella situazione. Elisa dimostra ancora una volta la sua modernità intellettuale con l’istituzione della scuola elementare pubblica, a scapito di quella privata, che da li in poi comincerà a diffondersi sul territorio, per elevare culturalmente le nuove generazioni.
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