(segue da pag 1) Le famiglie storiche di Carrara, decisero così di investire nell’agricoltura, e cominciarono a bonificare l’immensa palude che partendo dai piedi delle colline di Monteverde, e del Castellaro a Nord, e di Pontecimato a Est, si estendeva fino al mare. Mentre il tentativo di rimboschimento del litorale fallisce, il prosciugamento palustre riesce perfettamente, e per la prima volta si assiste a un incremento demografico del borgo di Lavenza, non più interessato da scorrerie piratesche e straniere, ma soprattutto senza il flagello della malaria. In questa nuova zona, amena e verdeggiante, finalmente libera da puzzolenti acquitrini, e assai più sicura da scorrerie piratesche, la borghesia carrarina costruisce delle splendide ville, come i Lazzoni a Cavaiola, i Del Medico ai piedi delle dolci colline di Fossola, o proprio a ridosso del mare come i Monzoni.
Visto l’aumento della popolazione, che da poco più di duecento abitanti era passata rapidamente a quasi mille, Maria Beatrice decide di ampliare il centro urbano di Lavenza, soffocato nella stretta cerchia muraria, e nel 1796 affida l’incarico a l’architetto Carlo Giosuè Marchelli, ma il piano resta sulla carta a causa dell’invasione delle truppe Napoleoniche. Viene invece attuato il nuovo piano di difesa contro gli attacchi dei pirati con la costruzione di trincee sulla spiaggia, due delle quali armate di numerosi cannoni, una davanti al litorale Carrarese, e l’altra nella zone dell’attuale Marina di Massa. Si pensa anche a rimaneggiare un progetto difensivo elaborato nei decenni precedenti che prevedeva la costruzione di due fortini, ma che saranno effettivamente costruiti solo nei primi anni del XIX secolo. La nuova morfologia del territorio causa alcune piene disastrose del torrente Carrione tanto che Maria Beatrice commissiona all’ingegner Rocco Vincenzo Francesconi, un piano di regimentazione delle acque al tempo incontrollate, come testimoniano le parole dello stesso che dice: ”… le cui ac
que senza freno ed orgogliose si rovesciano in tempo di piena alle soggette campagne, forse non assuefatte a vero letto determinato … ”. Certamente alcuni lavori vengono eseguiti nel tratto del torrente Carrione che va da Pontecimato fino alla foce, lo si deduce da un rilevamento idraulico fatto dallo stesso Francesconi conservato nell’Archivio di Stato. Sicuramente quest’apertura verso la Marina, con il conseguente aumento delle disponibilità alimentari, furono la causa di un aumento demografico della popolazione carrarina, che resterà lieve ma costante fino ai primi del 900, quando avverrà una vera e propria esplosione demografica, frenata nei decenni seguenti dagli eventi bellici mondiali.
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