Il sale. Questo elemento chimico, oggi di scarso valore, era nell’antichità più prezioso dell’oro, perché l’unico mezzo per la conservazione di scorte alimentari, soprattutto proteiniche, come carne pesce, o formaggi, indispensabili alla sopravvivenza umana. Era tanto prezioso che i legionari Romani venivano in parte pagati con il sale, “salarium”, moneta accettata da tutti, anche nelle zone considerate “barbare”. Per approvvigionarsene con regolarità, gli antichi romani non esitarono a costruire una strada per il suo trasporto, la Salaria, che da Roma dopo aver valicato l’Appennino, arrivava al mar Adriatico. Nei secoli bui e violenti del Medioevo, dove le monete sono pressoché inutili, o introvabili, è il sale che diviene a tutti gli effetti una delle più pregiate materie di scambio, tanto prezioso, che per il suo possesso si fecero guerre sanguinose, come quella avvenuta attorno al 1380, tra Genova e Venezia, per lo sfruttamento delle saline di Chioggia, o quella che Firenze fece contro Volterra nel 1472. Per il
suo trasporto, dalle zone costiere verso l’interno del territorio, nacquero le cosiddette “vie del sale” fasci di sentieri e mulattiere, attorno alle quali sorsero importanti insediamenti fortificati, per difendere i convogli dai briganti, in cambio di una tassa di passaggio. Con la supremazia di Genova, nei confronti di Venezia, avvenuta attorno al XII secolo, riguardante il commercio dei prodotti provenienti dall’Oriente, la città divenne il principale punto di partenza della via del sale per l’Oltrepo Pavese, e il suo percorso, uno dei più importanti del Medioevo. Partendo da Genova, s’inerpicava e superava l’Appennino, nei pressi del monte Antola, e Torriglia, scendeva poi verso la valle Staffora, per arrivare al centro abitato di Varzì. Un tempo questo piccolo paese era molto importante logisticamente, e per questo fu per secoli incontrastato dominio della famiglia Malaspina, che con pattuglie di armati e fortificazioni, proteggeva, in cambio di una gabella, questo importante sbocco al mare.Anche se non vi sono documenti che lo attestino con sicurezza, pare che sia stata la Repubblica di Venezia, la prima a istituire una sorta di monopolio sulla produzione del sale, e a pretendere una tassa su ogni transazione che lo riguardasse, oltre naturalmente, come tutte le altre merci, una tassa per ogni carico che attraversasse il suo territorio. (continua a pag 2 con Castelpoggio protagonista)Il nostro medioevo di Enzo De Fazio
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