(segue da pag 1)In seguito tutti gli altri Stati, adottarono lo stesso diritto, modo sicuro per rimpinguare le proprie casse, arrivando in alcuni casi a pretendere una percentuale superiore all’ottanta per cento del suo costo iniziale. E’ ovvio che questa gabella, oltre ad essere molto gravosa per una popolazione già al limite della sopravvivenza, fosse fortemente odiata dalla gente, perché giudicata ingiusta, e favorì la nascita di un’attività che sarebbe durata per secoli: il contrabbando. Questa parola nasce proprio nell’alto medioevo, contra-bandum, in origine significava disobbedire a un ordine del Re, o del feudatario, per poi diventare nell’era dei Comuni, un’azione contro un atto del governo, esempio, non pagare il banno.
Si badi bene che quest’attività non era praticata da qualche organizzazione criminale, dedita e nata a questo scopo, ma dalla gente comune, che scambiava il sale con altri generi di prima necessità, in determinate stagioni dell’anno, e per brevi periodi, spinta dalla necessità di sbarcare in qualche modo il lunario, di una vita miserevole, e assolutamente priva di qualsiasi certezza di sopravvivenza. Questa pratica ovviamente era attiva, nelle zone costiere, dove era possibile estrarre artigianalmente il sale dalle acque marine. Nonostante le pene per il contrabbandiere fossero molto severe, non si riuscirà mai a fermare questa attività, anche perché non era vista dalla gente come una vera e propria attività criminale.
Anche se documenti che lo comprovino sono scarsi, certamente questo fenomeno era presente anche nella nostra zona, vista la vicinanza al mare, e al valico, che partendo da Castelpoggio, apriva la via del sale verso la Lunigiana e l’Emilia. Non era certamente un caso, che proprio a Castelpoggio sia stata presente per secoli una sorta di Dogana fortificata, vista da molti, tra cui il sottoscritto, non come un fortilizio per la difesa, ma un vero e proprio Checkpoint dell’antichità, dedito certamente alla riscossione di tasse sul passaggio delle merci, ma soprattutto alla repressione dell’attività di contrabbando proprio del sale, attività che la conformazione delle nostre colline rendeva assai facile.
A conferma di ciò vi è la presenza in paese, questa sì, supportata da documentazione, di una caserma della Guardia di Finanza, almeno fino al 1850, ora non essendo Castelpoggio neppure in quei tempi, un confine di Stato, non si vede quale altra funzione potesse avere, se non quella di repressione del contrabbando del sale. Il monopolio del sale è stato attivo in Italia fino al 1975, e incideva del 70% sul suo costo. E’ documentato, che specialmente nel periodo prima della seconda guerra mondiale, alcuni forni situati ad Avenza e Marina di Carrara, si rifornissero di notte di acqua salata presa di nascosto in mare, per impastare il pane, risparmiando così sul sale, com’è sicuro, l’esistenza di piccoli contrabbandi, che avvenivano, sempre nel medesimo periodo, tra gli abitanti di Marina di Carrara, e quelli dei paesi a monte, che prevedevano sale, e acciughe salate in modo artigianale, in cambio di marocche, farina di castagnaccio, castagne secche, e formaggio.
E’ anche certa, fino a tutti gli anni sessanta, la presenza di agenti della Guardia di Finanza in stabilimenti dell’ex Zona Industriale, che prevedessero per le loro lavorazioni, l’uso del sale.
Anche se documenti che lo comprovino sono scarsi, certamente questo fenomeno era presente anche nella nostra zona, vista la vicinanza al mare, e al valico, che partendo da Castelpoggio, apriva la via del sale verso la Lunigiana e l’Emilia. Non era certamente un caso, che proprio a Castelpoggio sia stata presente per secoli una sorta di Dogana fortificata, vista da molti, tra cui il sottoscritto, non come un fortilizio per la difesa, ma un vero e proprio Checkpoint dell’antichità, dedito certamente alla riscossione di tasse sul passaggio delle merci, ma soprattutto alla repressione dell’attività di contrabbando proprio del sale, attività che la conformazione delle nostre colline rendeva assai facile.
E’ anche certa, fino a tutti gli anni sessanta, la presenza di agenti della Guardia di Finanza in stabilimenti dell’ex Zona Industriale, che prevedessero per le loro lavorazioni, l’uso del sale.
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