Addio Gemma Stefani
Il tempo scorre veloce, come una nave che lascia una traccia per qualche minuto, poi questa scompare inghiottita dalle onde del mare. Quando però si tratta di una vita lunga e significativa, come quella di Gemma Stefani, non possiamo rassegnarci a vederla scomparire. Dobbiamo almeno fissarla in qualche pagina con fotogrammi, perché i valori e gli insegnamenti di cui tale vita è apportatrice siano ricordati e trasmessi a tutti, in particolare alle nuove generazioni. Il 31 Agosto Gemma, la nonnina simbolo del paese di Castelpoggio avrebbe compiuto 102 anni ma invece non ce l ha fatta e si è spenta nella notte lasciando un gran vuoto nel paese che ieri mattina si è svegliato con un velo di tristezza e nostalgia. Quest'oggi si terranno i funerali (ore 16 chiesa Castelpoggio,ndr) e parenti e l'intera cittadinanza tributeranno alla donna, luminoso esempio di virtù, il meritato saluto. Gemma, nata e cresciuta a Castelpoggio, era la prima di sette fratelli e la sua infanzia, sin dalla più tenera età, è segnata e sconvolta dalla prematura morte della madre. Nonostante una vita messa costantemente a dura prova nonna Gemma ha sempre saputo reagire e con quegli occhioni dolci e gonfi di vita ripeteva sempre che "tanto incontro al destino non ci si va" e ha sempre reagito alla crudeltà del fato cantando piuttosto che piangendo. Non basterebbe un romanzo per raccontare tutto di Gemma, del fatto che non ha mai voluto abbandonare il suo paese, neanche quando, in piena seconda guerra mondiale, scappava nei boschi per sfuggire ai tedeschi intenti a bruciare la sua terra. O di quando, sempre in tempo di guerra, portava il carbone alla carbonaia o in pieno inverno e a piedi, la legna ai fornai di Carrara. I più anziani ci raccontano della sua vita fatta di duro lavoro ed altruismo verso il prossimo, di quando i tedeschi saccheggiavano il paese e lei era costretta ad andare a Parma per procurare la farina e dare da mangiare ai suoi figli e a chi moriva di fame. Aveva terreni e sapeva fare tutto, pestava l'uva e produceva vino, andava a raccogliere la legna nei boschi, ha persino (ci raccontano i più anziani) allattato altri bambini del paese facendoli crescere sani. Fino ai novantanni ha sempre lavorato duramente, non si è mai fermata un solo istante a guardare il mondo che cambiava ed anche di recente è stata "avvistata" a fare fascine di legna" lungo la strada. Una donna forte e molto intelligente che nonostante la seconda elementare aveva una forte passione per la lettura e la scrittura. Dotata di prodigiosa memoria e di voce bella e intonata, ella ha sempre trasmesso parole e melodie ricevute da generazioni passate, interpretandole nel loro significato più vero. I parenti ringraziano tutto il paese per la solidarietà e l'affetto che tutti avevano per nonna Gemma e ringraziano in particolare la famiglia Farina che ha accudito Gemma negli ultimi anni di vita.
di Andrea Giromini
Dal quotidiano LA NAZIONE (cronaca di Carrara)
Il tempo scorre veloce, come una nave che lascia una traccia per qualche minuto, poi questa scompare inghiottita dalle onde del mare. Quando però si tratta di una vita lunga e significativa, come quella di Gemma Stefani, non possiamo rassegnarci a vederla scomparire. Dobbiamo almeno fissarla in qualche pagina con fotogrammi, perché i valori e gli insegnamenti di cui tale vita è apportatrice siano ricordati e trasmessi a tutti, in particolare alle nuove generazioni. Il 31 Agosto Gemma, la nonnina simbolo del paese di Castelpoggio avrebbe compiuto 102 anni ma invece non ce l ha fatta e si è spenta nella notte lasciando un gran vuoto nel paese che ieri mattina si è svegliato con un velo di tristezza e nostalgia. Quest'oggi si terranno i funerali (ore 16 chiesa Castelpoggio,ndr) e parenti e l'intera cittadinanza tributeranno alla donna, luminoso esempio di virtù, il meritato saluto. Gemma, nata e cresciuta a Castelpoggio, era la prima di sette fratelli e la sua infanzia, sin dalla più tenera età, è segnata e sconvolta dalla prematura morte della madre. Nonostante una vita messa costantemente a dura prova nonna Gemma ha sempre saputo reagire e con quegli occhioni dolci e gonfi di vita ripeteva sempre che "tanto incontro al destino non ci si va" e ha sempre reagito alla crudeltà del fato cantando piuttosto che piangendo. Non basterebbe un romanzo per raccontare tutto di Gemma, del fatto che non ha mai voluto abbandonare il suo paese, neanche quando, in piena seconda guerra mondiale, scappava nei boschi per sfuggire ai tedeschi intenti a bruciare la sua terra. O di quando, sempre in tempo di guerra, portava il carbone alla carbonaia o in pieno inverno e a piedi, la legna ai fornai di Carrara. I più anziani ci raccontano della sua vita fatta di duro lavoro ed altruismo verso il prossimo, di quando i tedeschi saccheggiavano il paese e lei era costretta ad andare a Parma per procurare la farina e dare da mangiare ai suoi figli e a chi moriva di fame. Aveva terreni e sapeva fare tutto, pestava l'uva e produceva vino, andava a raccogliere la legna nei boschi, ha persino (ci raccontano i più anziani) allattato altri bambini del paese facendoli crescere sani. Fino ai novantanni ha sempre lavorato duramente, non si è mai fermata un solo istante a guardare il mondo che cambiava ed anche di recente è stata "avvistata" a fare fascine di legna" lungo la strada. Una donna forte e molto intelligente che nonostante la seconda elementare aveva una forte passione per la lettura e la scrittura. Dotata di prodigiosa memoria e di voce bella e intonata, ella ha sempre trasmesso parole e melodie ricevute da generazioni passate, interpretandole nel loro significato più vero. I parenti ringraziano tutto il paese per la solidarietà e l'affetto che tutti avevano per nonna Gemma e ringraziano in particolare la famiglia Farina che ha accudito Gemma negli ultimi anni di vita.
di Andrea Giromini
Dal quotidiano LA NAZIONE (cronaca di Carrara)
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