Dopo la morte di Alberico I Malaspina, avvenuta a Massa nel 1625, la situazione economica e demografica di Carrara subisce una stagnazione, anzi, le frequenti epidemie di peste decimano la popolazione, che abita prevalentemente nelle vicinie. Il commercio del marmo subisce una forte contrazione, e di conseguenza tutte le attività collegate a esso, non sono più in grado di dare sostentamento a una popolazione sempre più povera. Bisognerà aspettare i primi decenni del 1700 perché la situazione migliori, non solo per la vigorosa ripresa del commercio lapideo, ma soprattutto per un avvenimento che segnerà per decenni la vita politica dei carrarini; il matrimonio di Maria Teresa Cybo Malaspina, con Ercole III d’Este figlio di Francesco III d’Este, duca di Modena e di Reggio.
Come e facile intuire, questo matrimonio non fu certamente il coronamento del sogno d’amore dei due giovani principi, ma il risultato di un freddo calcolo fatto a tavolino dalle due case regnanti, che ottenevano con quest’atto, importanti benefici, economici e politici. I d’Este, avevano finalmente l’ambito sbocco al mare, indispensabile per difendere il ducato, e le loro attività commerciali, mentre i Cybo Malaspina ottenevano oltre alla protezione del loro potente vicino, anche la possibilità di allargare i commerci verso quel ducato. A dimostrazione di ciò, i due Stati, pur essendo alleati, non persero mai la propria autonomia, anche se, con l’invasione Napoleonica, anche Carrara ne subirà le conseguenze, proprio perché governata da un d’Este, ma di questo parleremo in un altro momento. Un tratto di via Vandelli da www.parcapuane.it
Come primo atto ufficiale il duca Francesco III decide la costruzione di un porto ad Avenza, di cui parleremo in seguito, e di una strada che, passando nei propri territori, mettesse in comunicazione Modena con Massa, adducendo ragioni commerciali, ma in realtà indispensabile per usi militari, in caso di minaccia, infatti, gli sarebbe stato molto facile fare arrivare truppe dall’amica Francia via mare, per poi trasferirle in brevissimo tempo nei suoi possedimenti Modenesi, o addirittura verso la Lombardia. Incarica così del progetto e della costruzione, il matematico di corte, l’Abate Domenico Vandelli. (continua a pag2)
Commenti