E’ solamente attorno al 1730, che Carrara, vede finalmente la fine di una crisi economica e demografica che l’aveva attanagliata per decenni. Anche l’edilizia riprende vigore, e, non solo comincia a occupare gli spazi, rimasti ancora liberi all’interno delle mura, ma si ristrutturano e si elevano i vecchi edifici esistenti, per fare posto a una popolazione che è in sostanza raddoppiata, passando da 2000 a 4000 abitanti. Quest’aumento vertiginoso è in parte dovuto al fatto che molte persone che vivevano nelle vicinie, si trasferiscono in città, per svolgere attività artigianali, come muratori, falegnami, ma soprattutto manodopera legata al commercio e lavorazione del marmo, che nel frattempo è ripreso in maniera massiccia, con esportazioni anche all’estero.
La borghesia carrarina non si lascia scappare l’occasione per costruirsi palazzi principeschi, nascono così sulla via Alberica, il palazzo dei conti Luciani, e palazzo Pisani, in piazza Alberica, il famoso architetto carrarese Alessandro Bergamini, edifica lo splendido palazzo Del Madico, sempre sulla stessa piazza, nasce il palazzo dei conti Orsolini, e poi palazzo Tenderini, palazzo Tonetti, palazzo Lazzoni, palazzo dei conti Schizzi, palazzo Monzoni, e altri edifici di personaggi meno noti, edificati con una velocità tale, che l’aspetto urbanistico della città cambia radicalmente.
Anche il panorama politico subisce un notevole cambiamento, la Duchessa Sovrana di Massa, e Principessa di Carrara, Maria Teresa Cybo Malaspina, già promessa a soli dieci anni al Principe Eugenio Giovanni Francesco di Savoia, per la morte di questi, avvenuta a soli venti anni per sifilide, è data in sposa a Ercole Rinaldo III d’Este, appena quattordicenne. Con quest’atto, la dinastia Cybo Malaspina, dopo secoli, cessa di essere l’unica “padrona” di Massa e Carrara. La cerimonia avviene per procura a Massa, senza alcuno sfarzo, e questo la dice lunga sull’intesa che intercorreva tra i due novelli sposi. (continua a pag2)
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