(Segue da pag1) I rapporti tra i due coniugi peggiorarono sempre più, tanto che appena avuti i primi due figli, Ercole cominciò una vita libertina, frequentando numerose amanti, e umiliando Maria che amareggiata, fu quasi costretta a ritirarsi a Modena, dove però, era amatissima dai suoceri. Ogni estate, era solita ritornare per occuparsi delle cose dei suoi due Stati, così fonda il primo embrione del moderno catasto, dove ogni singolo terreno è quotato, e annotato il nome del proprietario, riforma l’economia locale, liberalizzando i commerci, e assegnando molte cave alle comunità delle vicinie montane.
Nel 1769 fonda l’Accademia di belle Arti, con lo scopo di formare dei veri professionisti in campo lapideo, è così affidato all’architetto Filippo del Medico l’incarico di progettare il palazzo che dovrà ospitarne la sede, e che sorgerà nella stessa piazza dove sorge il Palazzo del Principe. Come già detto in precedenza, Maria tiene in particolare conto delle vie di comunicazione, così dopo avere fatto ultimare la famosa via Vandelli, istituisce un apposito organismo che si occupi della cura e della manutenzione delle strade, a questo istituto è accorpato anche quello dei capifosso, in dialetto i “bet’aleri”, Tenta, senza successo, la riforma del Clero, nel tentativo di sganciare il Ducato dall’orbita della Diocesi di Luni.
Anche lo sposo Ercole, si può tranquillamente dire che fu vittima di eventi più grandi di lui, fatto sposare da suo padre Francesco III d’Este, per la famosa “ragion di Stato” fu almeno per i primi anni una semplice comparsa, nel disegno di suo padre che anelava fortemente il famoso “sbocco al mare”.
Così mentre la via Vandelli vide la luce, il porto sulla spiaggia di Avenza iniziato a metà del 1770, fu presto abbandonato, per il suo continuo interramento, dovuto al rapido allontanamento della linea di costa. Francesco III però era un sovrano, per certi versi moderno, e anche il figlio Ercole ne seguì le orme. Bonario e liberale, passava molto tempo a chiacchierare in dialetto con i propri sudditi, amante della cultura sotto di lui rifioriranno le scienze e le arti, e si circonderà di personaggi illustri nelle materie umanistiche. A Modena fonderà la famosa Accademia Atestina, con il compito non solo di formare artigiani nelle varie discipline, come scultura, pittura, ebanisteria, ecc, ma anche in un certo senso di effettuare una specie di controllo di qualità sul bello, e influenzarne, e favorirne la produzione.
Rimasto vedovo della moglie Maria Teresa morta a Reggio Emilia nel 1780, si risposa con Chiara Marini, sua amante da sempre, ma con la clausola che essa non potrà in alcun modo ereditare i beni e i titoli del marito. Persona profondamente onesta, quando a causa dell’invasione Napoleonica dovette fuggire a Venezia, si porterà dietro il suo ingente patrimonio, ma non un solo centesimo delle casse del Ducato. Morì esule in quel di Treviso nel 1803, avendo sdegnosamente rifiutato di prendere possesso del ducato di Brisgovia, assegnatogli come risarcimento di quello perduto, dalla pace di Campoformio.
Foto di Franco
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