Alcuni giorni fa mi trovavo a cena con alcuni amici in un ristorante ricavato dalla ristrutturazione di un antico casale. Il salone principale era molto bello, con il soffitto a volta costruito con mattoni pieni, disposti a lisca di pesce che formavano un disegno molto suggestivo, prima di andare a scaricarsi su massicce colonne di pietra ornate da capitelli. Vedendoci così piacevolmente stupiti da tanta bellezza, il proprietario, da buon commerciante, ha pensato di impreziosire maggiormente il proprio locale, e venutoci accanto, quasi con fare da cospiratore, ci disse ”sapete....Proprio qua di fronte passava la via Francigena”. Io dovetti fare uno sforzo per trattenermi dal ridergli in faccia, non tentai neppure di replicare sapendo benissimo che magari egli era in buona fede, e credeva veramente a quello che aveva appena detto. Escluso naturalmente storici e studiosi, sono moltissime le persone che pensano a questa antica strada come ad una via perfettamente tracciata, che partiva da Canterbury, in Inghilterra, attraversava la Francia, scavalcava le Alpi, ed arrivava fino a Roma, cosa lontana mille miglia dalla realtà.
La via Francigena era in realtà poco più di una direzione, per essere più precisi un fascio di strade di cui gli unici punti fermi erano soltanto gli “Ospitali” dove passare la notte. L'Arcivescovo di Canterbury Sigerico, fu il primo ad effettuare questo pellegrinaggio, eravamo attorno all'anno 990, e lo riportò fedelmente in una specie di diario di viaggio, divenuto poi una guida per i suoi successori. Tramontato definitivamente l'Impero Romano che aveva nelle strade, e nella loro manutenzione, il suo punto di forza, nel medioevo spesso l'unico segno dell'esistenza di una strada erano i segni lasciati delle ruote dei carri sul terreno, fragili itinerari che potevano rapidamente variare per lo straripamento di un fiume, una frana, o semplicemente perché in quella zona erano presenti orsi o lupi, o infestate da ”rubatori delle strade” come venivano chiamati un tempo i briganti. (continua a pag 2)
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