Per poter pienamente spiegare i motivi che portarono Alberico I Malaspina ad iniziare la costruzione di nuove chiese nella città di Carrara, bisogna dare una chiave di lettura agli avvenimenti religiosi dei secoli precedenti, e che portarono la Chiesa ad indire un Concilio per tentare di risolverli, Concilio, quanto mai tribolato, che subì vari rinvii e sospensioni; il Concilio di Trento. Già verso la metà del 1400, la Chiesa era al centro di gravi contestazioni, sia di carattere religioso, ma sopratutto nei confronti del clero, visto dalla gente come una vera e propria casta di privilegiati arroganti, crisi che si aggravò ulteriormente con la nascita del Protestantesimo, che molti datano al 31 ottobre 1517 con le 95 tesi affisse al portone della chiesa di Wittenberg da Martin Lutero.
Anche l’autorità e l’attendibilità del Papa subirono tra la gente comune, e anche tra molti rappresentanti dello stesso clero, una vera e propria caduta verticale, a seguito d’avvenimenti poco edificanti come la lotta per il potere temporale tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello re di Francia, seguiti poi dall’esilio Avignonese, e dallo scisma d’Oriente.
Dopo un tentativo di riforma, miseramente fallito, fatto con il cosiddetto “Concilio Lateranense”, e la richiesta di molti di “un concilio libero e cristiano, aperto anche ai protestanti, sotto il potere non del Papa ma dell’Imperatore Carlo V” Papa Paolo III si vide costretto suo malgrado ad indire un Concilio che comprendesse tutti i vescovi europei, mancava solo la sede, e dopo vari tentativi, la scelta cadde su Trento, considerata al tempo la città più sicura, era il 1545. Ma dopo poco tempo dalla sua apertura lo scoppio di una pestilenza costrinse i partecipanti a spostarsi a Bologna, ma per una serie d’eventi Paolo III decise la sua sospensione.
Alla sua morte gli successe Giulio III, che lo riaprì nel 1550, auspicando una riappacificazione con i protestanti, ma questi mossero militarmente contro Trento costringendolo alla fuga assieme all’Imperatore Carlo V, che rischiò addirittura di essere catturato. Giulio III morì nel 1555, gli successe Marcello II che si rese disponibile per le riforme, ma che la morte improvvisa gli impedì di attuare.
Gli successe uno dei peggiori pontefici di Santa Romana Chiesa, Paolo IV, che si disinteressò completamente alle riforme, ed al pontificato, interessato soltanto al benessere della propria famiglia, tanto da eleggere Cardinale e Segretario di Stato, suo nipote, personaggio scellerato che mosse addirittura guerra contro la Spagna, che naturalmente perse, con un costo colossale per lo stato Pontificio. Morì nel sollievo generale nel 1559, e il suo successore Pio IV riapre il concilio nel 1562. (continua a pag 2)
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