Fino agli inizi del XIII secolo, in Europa si assistette al progressivo incremento demografico della popolazione, che poi di colpo cessò bruscamente, principalmente per gli effetti negativi causati da due fattori principali, guerre e cambiamenti climatici. A giudizio di molti non fu un repentino raffreddamento atmosferico a causare quest’inversione di tendenza, quanto piuttosto un anomalo periodo di piogge intense durante le semine primaverili e autunnali, che innescarono una carestia alimentare resa ancora più devastante dalle continue guerre che insanguinarono l’Europa dal tempo. Mentre nei secoli precedenti le guerre, che pur non erano mancate, si limitavano ad interessare piccole porzioni del territorio, rendendo così possibile il recupero demografico, il XIII secolo fu caratterizzato da vere e proprie campagne militari, che videro impegnati per decenni grandi masse d’uomini, sottraendo così braccia all’agricoltura, l’uso poi di eserciti mercenari che consideravano il saccheggio una pratica normale per incrementare il loro compenso, aggravò ulteriormente la situazione, stremando e indebolendo la popolazione Europea che subì una notevole riduzione demografica. Fu in questa già precaria situazione che nel 1347 si abbatté su l’Europa una delle più gravi catastrofi che l’umanità abbia mai subito, la peste nera. Ebbe inizio probabilmente in Cina, ma ben presto attraccò al primo porto Europeo Caffa, da dove al seguito delle galere dei commercianti sbarcò nei porti italiani più importanti del tempo, Messina, seguita da Genova, Pisa, e Venezia, dilagò con una tale velocità e virulenza da provocare la morte dal trenta, al cinquanta per cento della popolazione italiana del tempo, devastando pesantemente il tessuto sociale, tanto che alcuni storici fanno risalire al quel periodo la fine del medioevo. (continua a pag 2)
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