A differenza della quasi totalità dei regnanti del tempo, Alberico, pur esercitando un potere assoluto sul suo popolo, dimostrò, nei confronti di esso, e dei suoi possedimenti, un amore che certamente travalicava il rapporto tra suddito e signore. A riprova di ciò vi è una lettera scritta di suo pugno nel 1602, al duca della Tripalda di Napoli, dove illustra i suoi possedimenti descrivendoli come una specie di paradiso terrestre, e, a giudizio di alcuni studiosi, anche esagerando sul numero dei sudditi. Trascrivo quasi per intero questo documento perché ci aiuta a capire, le principali attività che vi si svolgevano, e il numero della popolazione che al tempo abitava Carrara, e le sue vicinie, che Alberico conta per famiglia (fuoco). Calcolando per ogni fuoco circa cinque persone si ottiene con buona approssimazione il numero degli abitanti.
….Il Marchesato di Carrara è cinque miglia discosto da quello di Massa per il monte e otto per il piano. Quella terra è in piano et è di 450 fuochi ma di gente civile, et adornata tutte le case et le chiese di marmi, e con strade pulite, e due piazze belle assai, con il suo castello molto vago, ma piuttosto palazzo. E quasi per mezzo la terra passa un fiumicello chiarissimo, pieno di trote; e fuori sono più giardini con rivi et fonti di acque freschissime. Sta posta in valle quattro miglia dal mare, et a tre valli alle spalle. In una che va in Lombardia, vi sono il castello di Gragnana et più alto l'altro di Castelpoggio, con tre casali, fra tutti di 280 fuochi. L'altra valle camina alle alte e gran cave di marmi, dove i Romani fecero cave meravigliose; e v'è l'antichissima terra di Torano, vicino al fiume, di 130 fuochi; e da Carrara all'ultima cava vi sono cinque miglia, in modo che conviene con carri tirare quei gran pezzi al mare da otto o nove miglia, e con non poca spesa. Nella terza valle si camina in altre cave di marmi et terre et luoghi, e son discoste due miglia quelle di Bedizano di 130 fuochi, situata in colle amenissimo, con molte fonti e giardini et boschi di castagni, quale a Miseglia, Codena, e Berzola casali di 180 fuochi fra tutti. (continua a pag 2)
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