In un’era politicamente instabile e violenta come quella medievale, la priorità assoluta era la sicurezza. Nacquero così i primi villaggi fortificati, da prima con semplici palizzate in legno, per poi evolversi piano, piano, nelle prime vere e proprio città fortificate con mura in pietra, e difese da fortezze con profondi fossati. E’ però solamente attorno al VII-VIII secolo con l’inizio del Feudalesimo, che si può parlare di una vera e propria architettura militare, con la realizzazione delle prime fortezze con il compito di vigilare e sbarrare il passo ad eventuali eserciti nemici, costruite con criteri “scientifici” ed in grado di resistere efficacemente alle tecniche d’attacco del tempo.
Esistevano due tipi di castello-fortezza, in quelli più antichi, la residenza del Signore era situata all’interno del cortile, o in appartamenti costruiti sulle mura, nella versione più moderna, per una maggiore sicurezza, questi erano invece posti sul Mastio o Maschio, la torre più alta e importante del castello.
Ma esaminiamo da vicino com’era fatta una fortezza medievale, la parte più importante erano le mura, circondate da un profondo fossato asciutto, o pieno d’acqua, da prima erano perpendicolari, dallo spessore che variava da uno a due metri, con sopra un camminamento per le guardie, e con una merlatura che aveva il compito di proteggere i soldati dal tiro degli assedianti. I merli erano di due tipi, quelli a coda di rondine erano detti “ghibellini” mentre quelli a cima piana erano chiamati “guelfi”. La parte più vulnerabile dell’edificio era ovviamente il portone d’ingresso, perciò è su di esso che gli architetti medievali concentravano la loro attenzione, oltre al ponte levatoio che all’occorrenza poteva essere sollevato, questo era protetto da due torri, munite di feritoie per il tiro degli arcieri, collegate tra loro da una specie di ponte sospeso detto “sbalzo di ronda”, che aveva sul pavimento delle aperture chiamate “caditoie” che permettevano il lancio sugli eventuali assalitori d’acqua bollente, pece, o sabbia arroventata. Dietro al portone principale, ricoperto da lastre di ferro per evitare il suo possibile incendio, vi era una pesante grata di ferro detta “serracinesca”, che scorreva dentro a delle guide ricavate nel pieno degli stipiti di pietra della porta, e tramite un argano si poteva calare e bloccare con un chiavistello di ferro posto all’interno dello sbalzo di ronda. Il lancio d’olio bollente che molti film di cappa e spada ci hanno fatto credere è da considerarsi un falso storico, perché, essendo pur vero che la temperatura dell’olio può arrivare tranquillamente oltre i centocinquanta gradi, è anche vero che era considerato troppo prezioso per sprecarlo in quel modo. (continua pag2)
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