Abbiamo chiesto al poeta e studioso carrarese Enzo De Fazio (biografia) di collaborare a tempo perso con il blog per aiutarci, con la sua grande esperienza, a diffondere e valorizzare il dialetto carrarino e la conoscenza del nostro illustre passato. Onorati, lo rigraziamo vivamente di avere preso in considerazione il nostro appello.
"Sono onorato della vostra richiesta a scrivere sul vostro Blog, cosa che farò con molto piacere. Non ero a conoscenza dell'esistenza di questo "micro-giornale" non certo per importanza, ma perchè tratta di una minuscola porzione del nostro territorio.
Come inizio vi invio una poesia che ho scritto per descrivere un'importante battaglia avvenuta più di duemila anni fa, tra la Superpotenza del tempo, cioè le legioni romane, e gli Apuo-Liguri, una fiera popolazione che abitava la nostra costa, per un'estensione che si può collocare tra l'attuale Pisa e Savona. Tito Livio ci fa un resoconto di cio che avvenne nei boschi tra gli attuali Pulica e Marciaso, dove un'intera legione romana venne massacrata dai nostri progenitori armati di "pennati".
Dice Tito "Le donne combattono come gli uomini, spietate e feroci come fiere" e ancora "si stancarono prima gli Apui di inseguire, che i romani di fuggire" Ma per descrivere i nostri progenitori ci vorrebbe un libro a parte ora gustatevi la poesia."
I Apui
Aiè stat un temp, e quest al di la storia
che a l’Avenza i notav’n i delfini
mentr, ‘l zerv i brucav la cicoria
dov mo aie Piaza Farini.
‘Ntlè ciare acque del Carion
la trota al dev a la cechina
su le rive, tra i falaschi e i lampon
‘l lup i caciav la selvagina.
Coperti d pede, coi p’nati
i taiv’n le frasche p’r le cà
Apui Liguri, ai abian ciamati
i antenati del nono d me pà.
Un di, i vens’n i Roman
che a v’der le capane cussì cunze
i p’nsost’n chi er’n scalzacan
pronti al sacrifizi, e le rinunzie
i volev’n le done, cussì bele, e fiere
che al pascolav’n le pecre ‘nti prati
i n sapev’n che adern dle gueriere!
E cos al sapev’n far!...Con i p’nati!
Con le coraze e i elmi luzi’chenti
na Legione al partì p’r la rapina
ma i Apui, scorbutici, e ‘ngnoranti
i li fen a tochi, com la tunina.
P’r dosen’t’ani ai brusò questa batosta!
Po’ d colp al cambiò la situazion
a l’Imperator, a i piazev la costa
e i urdinò la deportazion!
Ma chi poghi che i ern armasi ‘n tera
tra i boschi, d Pulica e Marcias
tuti ‘nsema i zurar’n guera
fin che d’ultim roman i sirè armas.
L’imper Roman i andò ‘n ruvina
ma anch p’r l’Apuo, al cuminzò ‘l declin
ma com ‘l fer, drent a na fucina
i avev’n forgiat…L’ cararin.
di Enzo De Fazio
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bellissima! orgoglioso di essere cararino!
Scritto da: R. Pietro | 03 aprile 2010 a 20:41
La redazione Castelpoggina del blog è all’estero fino al 22 gennaio.
Ti risponderà quando tornerà a casa.
Scritto da: Lut | 13 gennaio 2010 a 19:46
Non essendo carrarino, potrei avere la tarduzione della poesia? Posso pubblicarla sul sito www.apauno.com ?
Scritto da: Navari Alessandro | 11 gennaio 2010 a 23:01
Bellissima... !!!
Scritto da: Elisa | 26 novembre 2008 a 11:49