Il racconto di quei giorni bui e tutte le vittime civili e partigiane
Fino al 1943 la guerra non ebbe gravi ripercussioni sul paese perchè molto lontana. Alcune conseguenze indirette del conflitto mondiale, se cosi si possono chiamare, si fecero sentire comunque. Una di queste la partenza per il fronte dei giovani ed in alcuni casi la notizia della loro caduta in combattimento nonché le condizioni di vita della gente che si erano aggravate ulteriormente. Dal 8 settembre di quell'anno però l'Italia fu divisa in due, i tedeschi diventarono truppe di occupazione, ed inizio la guerra civile.
Il periodo peggiore per Castelpoggio comincio nell'estate del 1944 e duro fino a fine di novembre dello stesso anno, la linea gotica passava proprio dal nostro antico borgo. Il battesimo di fuoco fu il 21 agosto quando la rappresaglia nazista si scaglio con tutta la sua forza sui paesani inermi, ecco cosa accadde durante quei due lunghi giorni:
Alle ore 18.30 circa del giorno precedente cioè domenica 20 agosto 1944, una camionetta delle forze armate germaniche attraversa a forte velocità la frazione di Castelpoggio e prosegue verso Gragnana. A bordo della camionetta vi sono tre militari nazisti. Dopo qualche istante, gli abitanti di Castelpoggio odono gli echi di una violenta e breve sparatoria, cui segue un cupo silenzio. Un gruppo di partigiani, appartenente alla formazione "Elio" aveva attaccato e ucciso i tre tedeschi nei pressi del Ponte Storto. La voce si sparge in fretta e provoca negli abitanti di quella povera Frazione un clima di terrore per la probabile rappresaglia dei criminali invasori, come era già accaduto giorni prima a Bardine San Terenzo, a Marciaso e a Fosdinovo. Gran parte della popolazione abbandona la località, rifugiandosi nei boschi, a Noceto, a Gassano e persino a Carrara e porta con se le cose migliori e, soprattutto le poche provviste.
Lunedì 21 agosto 1944, di prima mattina, il Parroco don Corsini celebra la Messa e poi, con gli ultimi abitanti, abbandona il paese che, però, non resta deserto. C'è qualcuno che è rimasto a difendere la propria casa ed altri già messosi in salvo, ritornano a Castelpoggio per salvare qualche cosa dimenticata per la fretta. Ma verso le ore 8.30, a quanti hanno trovato rifugio nei boschi giunge il rumore di motori in avvicinamento: sono gli automezzi militari del feroce nemico che salgono a Castelpoggio. L'orda nazista, piena d'odio, piomba sul paese decisa a mettere in atto un atroce vendetta. Gli assassini piazzano le mitragliatrici in Piazza della Dogana e cominciano a sparare sui civili che scappano. I primi caduti sono Pilade Giromini (55 anni) e il figlio Alberto (24 anni). Altre mitragliatrici sono poste sul campanile della Chiesa e sparano raffiche senza interruzione falciando soprattutto in direzione dei boschi, da questa posizione colpiscono a morte Giacomelli Maria (70 anni) di Fossone e feriscono gravemente Freggia Giuseppa (38 anni) che morirà il giorno seguente durante il trasporto all'ospedale. Gruppi di nazisti sfondano le porte, entrano nelle case, le saccheggiano ed appiccano il fuoco. Posterli Ottaviano (78 anni) viene gettato nel rogo della propria abitazione dopo essere stato barbaramente ucciso. Una ventina di persone, originarie di Carrara e sfollate a Castelpoggio, rastrellate dalla soldataglia nazista, la sera del 21 agosto vengono caricate su delle camionette e partono per ignota destinazione. Gli incendi radono al suolo una sessantina di case sulle 150 circa costituenti l'intero agglomerato, anche la scuola brucia... Castelpoggio è letteralmente distrutta ed il paese e i dintorni vengono dichiarati “zona nera”. (un testimonianza)
Nei due giorni successivi, cioè il 22 ed il 23 agosto, pattuglie naziste ritornano in paese, ed anche trovando il paese deserto, aprono il fuoco con i loro mitragliatori. In quei giorni anche antecedenti al 21 agosto regnava paura e disperazione, gli abitanti di Castelpoggio, insieme agli sfollati dagli altri paesi, per paura delle incursioni, dormivano nei boschi, nella capanne, nei ripari naturali. Per dare l'idea basta ricordare che in quel periodo nei boschi nacquero 3 bambini: Marselli Ernesto il 2 agosto 1944(alla Villa), Piccini Carlo il 3 settembre 1944 (alla Chiosa) e Galli Aldo il 5 settembre 1944 (alla Piazza).
Solo un giorno di tregua poi il 25 Agosto la Soldataglia nazista conduce a Castelpoggio, un gruppo di persone catturate in località confinanti. L'intero gruppo, condotto nel parco della "Villa Fabbricotti" (adesso scuola materna ed elementare), viene annientato con la mitraglia. I poveri corpi rimasero abbandonati sul terreno del parco per più giorni e soltanto per l'interessamento di don Angelo Ricci, fu avvertita la Pubblica Assistenza di Carrara che provvide a raccogliere i cadaveri ormai imputriditi ed a seppellirli nel Cimitero di Gragnana. I poveri corpi fucilati sono del paesano Stefani Attiglio (70 anni), Sisti Elio (24 anni di Viano), Pellistri Francesco di Cecina, Bertagni Augusto (35 anni) di Carrara, Pilloni Antonio (45 anni) di Pisa, Giluiani Leopoldo (47 anni) di Carrara.
Il 26 Agosto vengono uccisi Antognetti Aldemara e il marito Costi Cesare (sfollati)
Dopo cinque giorni di relativa calma il 4 Settembre viene trucidato il giovanissimo Mannucci Piero di 13 anni in località "Piazza".
Il giorno dopo, 5 settembre 1944, altri tre paesani cadono vittime della ferocia nazista in mezzo al bosco in località "vecchiettola", sono Paolo Cappelli (70 anni), Stefani Begnamino (82 anni), Srefani Dionigi (62 anni).
Dopo una breve ritirata sul Monte Bastione, le SS scendono nuovamente verso il paese continuando la strage. Il giorno 8 settembre nei boschi, in località "Panicala", dove cercano riparo da giorni paesani e sfollati si consuma uno dei più squallidi episodi: sei donne ed una bambina; prima di essere uccise vengono barbaramente violentate. Le vittime a perpetuo ricordo sono Vaira Alice (52 anni), Vaira Lea (23 anni), Pucciareli Elena (48 anni), Catagna Ilia (27 anni) di Fossone, Cosi Amelia (51 anni) di Fossone, Boggia Dilia (23 anni) di Fossone e Ambrosini Rosanna (5 anni) di Fossone.
La mattina del 9 settembre il partigiano della formazione Parodi Ricci Primo (20 anni) di Castelpoggio, di ritorno da un pattugliamento a Casano, viene catturato in un’imboscata e ucciso (leggi la storia del partigiano). Lo stesso giorno sempre su sentiero per Casano ma più vicino al paese viene ucciso Lertola Pelligrino detto Pelègro (50 anni) di Tendola ma domiciliato a Castelpoggio.
Il giorno 11 settembre viene ucciso in località "Cavatara", lungo il sentiero verso la Gabellaccia, Fantoni Ersilio (75 anni).
Dopo due mesi senza gravi episodi. il 29 novembre avviene un altro rastrellamento del paese da parte delle SS. Vengono incendiate molte abitazioni e con raffiche di mitra viene ferito gravemente Rocchi Andrea.
Il giorno dopo vengono uccisi nei pressi di Castelpoggio quattro partigiani della formazione Parodi; Luciano Tonarelli (19 anni) di Carrara, Marselli Azzolino (19 anni) di Fossola, Volpi Giuseppe (22 anni) di Carrara, Venturelli Vasco (24 anni) di Carrara (Venturelli, la formazione Parodi e la resistenza) (Guarda la foto del partigiano Vasco Venturelli).
Dopo appena 24 ore il primo dicembre 1944 viene ucciso anch'gli nei pressi di Castelpoggio Lemetti Roberto (19 anni) di Carrara.
Il giorno 5 aprile 1945 Pucciarelli Tolmino è catturato, torturato e ucciso.
Altre 4 salme di sesso maschile sono state ritrovate ma non identificate in questi terribili mesi, 3 al Ponte Storto ed uno in località "al lago".
Ove non specificato le vittime sono paesani - Cliccate sulle foto in miniatura per ingrandirle
Bibliografia:
- CITTÀ DI CARRARA MEDAGLIA D’ORO AL MERITO CIVILE SETTEMBRE 1943-APRILE 1945
- Castelpoggio. Un paese del comune di Carrara con mille anni della sua storia" di Don Angelo Ricci. Edizioni Centro Studi storia locale, 1984
- La Resistenza continua, s.e., s.l. 1968, 71 pp.
http://www.cultura.toscana.it/eccidi/pubblicazioni/opere_province_apuania.shtml
- ANPI Pisa
- La Resistenza apuana: luglio 1943 - aprile 1945, Longanesi & C., Milano 1973, 277 pp.
http://www.cultura.toscana.it/eccidi/pubblicazioni/opere_province_apuania.shtml
- Centro Studi storia locale della Basilica Cattedrale di Massa, La Chiesa di Apuania durante la guerra (1939-1945), Tipografica leberit, Roma 1985, 114 pp.
http://www.cultura.toscana.it/eccidi/pubblicazioni/opere_province_apuania.shtml
- Galletto Lido, Memorie e documenti sulle vicende della popolazione delle Prealpi Occidentali Apuane, della Bassa Lunigiana e dei paesi a monte di Carrara, Ceccotti editore, Massa 1999, 127 pp.
http://www.cultura.toscana.it/eccidi/pubblicazioni/opere_province_apuania.shtml
- http://www.cultura.toscana.it/eccidi/
- http://www.sissco.it/attivita/sem-set-2001/abstracts/pezzino-relazione.doc.
Pensare che vogliono riscrivere la storia. Meglio i testi scolastici. Mettici pure a capo del Ministro il Sandro monzonese e siamo a posto. In passato, quando era giovane, da sindaco o da semplice militante era un'uomo molto attento ala nostra storia Antifascista e Resistenziale e si "scaldava" parecchio.
La metamorfosi arcoliana (si chiameranno così gli abitanti di Arcore?..boh) lo ha elevato talmente che ogni anno presenziava, a Torino, al ricordo del "partigiano" Sogno. Tutto detto.
Scritto da: carla | 24 aprile 2008 a 21:16