Come potessero essere evitate le conseguenze negative relativamente all’igiene e ai miasmi, soprattutto durante le aperture dei sepolcri per le ricorrenti tumulazioni, è per noi, di questo secolo, incomprensibile. Va infatti anche detto che i cadaveri venivano calati nei sepolcri senza la cassa di legno.
Sta di fatto che per i fedeli di allora quel sistema dava il senso di una continuazione di dialogo e di affettuosa convivenza con i defunti.
Tanto è vero che quando furono emanate, a cominciare dalla fine del 1700, le prime leggi per le sepolture fuori dell’abitato, esse furono giudicate ovunque un insulto e un oltraggio ai morti, producendo in non pochi casi la ribellione e facendo nascere una letteratura sentimentale in molti scritti del tempo.
Dalle nostre parti le prime proibizioni di sepoltura in chiesa e le prime leggi sulle costruzioni dei cimiteri fuori e lontano dagli abitati furono emanate durante il dominio francese in Italia (1796-1814). Ma i comuni, eccetto quello di Massa, non fecero in tempo ad eseguirla.
Comunque cominciò a formarsi una mentalità nuova circa i pericoli sanitari del sistema. Infatti già nel 1804e nel 1807 si hanno pure a Castelpoggio le prime tumulazioni con la cassa, anche se limitate di numero e anche sempre nei sepolcri riaperti per la occasione.
Le ultime lapidi in chiesa (Clicca sulla foto per ingrandirle)
Nel 1835 il Vescovo diocesano, dopo aver compiuto qui la Visita pastorale, da Massa mondò l’ordine di eliminare i sepolcri familiari in chiesa. Ma il parroco don Tommasi, pur auspicando anche egli un unico grande sepolcro nel sagrato, dovette rispondere che i tempi non erano ancora del tutto maturi e quindi della eliminazione era per allora impossibile per la opposizione dei paesani.
Si arrivò così al 1855 quando il colera, che già l’anno primo aveva mietuto 799 vittime in tutto il comune ma soprattutto a Carrara (321), ad Avenza (257) e a Gragnana (60), arrivò anche a Castelpoggio dove tra il 20 agosto e il 19 settembre ci furono 51 decessi. Fu allora una necessità seppellire lontano e fuori del paese e venne scelta una piana ai Canepari. Finito pero il colera si ritornò a seppellire in chiesa perché la piana dei Canepari non era recintata e protetta.
Fu finalmente nel 1870 che il comune cinse di mura quel luogo e lo ridusse decentemente a camposanto, dove per prima venne seppellita il 25 agosto Domenica Fantoni, di anni 70, “ritrova estinta nel Canale della Villa, detto anche canale del Latte…”.
(continua…)
Dal libro "Castelpoggio. Un paese del comune di Carrara con mille anni della sua storia" di Don Angelo Ricci (pag 83). Edizioni Centro Studi storia locale, 1984
Curato dalla redazione europea (qui tutti i post sull'argomento)
Grazie a te per il tuo prezioso lavoro....
Scritto da: Emiliano | 12 marzo 2008 a 14:06
ps. le due foto delle lapidi sono della redazione di Castelpoggio (grazie!!)
Scritto da: lut | 12 marzo 2008 a 11:59