Stefani Gemma, di Castelpoggio, proprio ieri, 31 Agosto 2007 ha compiuto un secolo di vita. Per l'occasione quest'oggi parenti e l'intera cittadinanza tributeranno alla donna, luminoso esempio di virtù, il meritato onore. Gemma, nata e cresciuta a Castelpoggio, è la prima di sette fratelli (solo le due sorelle Tita e Valeria vivono ancora, ndr) e la sua infanzia, sin dalla più tenera età, è segnata e sconvolta dalla prematura morte della madre. Sposata con Rossi Bruno, uno scultore del paese deceduto anch'egli giovane, mette al modo quattro figli, due dei quali, Ermanno e Dante muoiono appena nati. Un altro figlio, Dante, segue le orme del padre scultore e nel '57 emigra e muore in America, dove, la madre Gemma nella sua permanenza negli States (Boston per l'esattezza) va a trovarlo in più di un'occasione. L'ultimo figlio Rossi Loris, meccanico è morto trent'anni fa e chi oggi ci racconta commossa di questa storia incredibile è la moglie Franca, nuora della centenaria di Castelpoggio. Una vita messa costantemente a dura prova quella di Gemma, e quando proviamo a dirle come ha fatto a continuare a vivere, lei, con quegli occhioni dolci e gonfi di vita ci dice che "tanto incontro al destino non ci si va" e che ha sempre saputo reagire alla crudeltà del fato cantando piuttosto che piangendo. Non basterebbe un romanzo per raccontare tutto di Gemma, del fatto che non ha mai voluto abbandonare il suo paese, neanche quando, in piena seconda guerra mondiale, scappava nei boschi per sfuggire ai tedeschi intenti a bruciare la sua terra. O di quando, sempre in tempo di guerra, portava il carbone alla carbonaia o in pieno inverno e a piedi, la legna ai fornai di Carrara. I più anziani ci raccontano della sua vita fatta di duro lavoro ed altruismo verso il prossimo, di quando i tedeschi saccheggiavano il paese e lei era costretta ad andare a Parma per procurare la farina e dare da mangiare ai suoi figli e a chi moriva di fame. Aveva terreni e sapeva fare tutto, pestava l'uva e produceva vino, andava a raccogliere la legna nei boschi, ha persino (ci raccontano i più anziani) allattato altri bambini del paese facendoli crescere sani. Dal 70' Gemma vive sola e fino ai novantanni ha sempre lavorato duramente, non si è mai fermata un solo istante a guardare il mondo che cambiava ed anche di recente è stata "avvistata" a fare fascine di legna" lungo la strada. Una donna forte e molto intelligente che nonostante la seconda elementare aveva una forte passione per la lettura e la scrittura. Dotata di prodigiosa memoria e di voce bella e intonata, ella ha sempre trasmesso parole e melodie ricevute da generazioni passate, interpretandole nel loro significato più vero.
La casa di Gemma by Klimb ed un primo piano made in Gazzetta (clicca sulle foto per ingrandire)
Il tempo scorre veloce, come una nave che lascia una traccia per qualche minuto, poi questa scompare inghiottita dalle onde del mare. Quando però si tratta di una vita lunga e significativa, come quella della Gemma, non possiamo rassegnarci a vederla scomparire. Dobbiamo almeno fissarla in qualche pagina con fotogrammi, perché i valori e gli insegnamenti di cui tale vita è apportatrice siano ricordati e trasmessi a tutti, in particolare alle nuove generazioni. Tanti auguri GEMMA
di Andrea Giromini
(pubblicato in versione ridotta su La Nazione del 02/09/2007)
Mi sono alterato perché fai o fate polemica sterile e falsa. Vi ho già detto varie volte che se volete contribuire siete i benvenuti ma in modo costruttivo. E criticare solamente e per di più lanciare invettive false...
Scritto da: Giannarelli Emiliano | 03 settembre 2007 a 09:14
oggi hai risposto a modo adesso ti sei alterato,da chi eri spinto?
Scritto da: | 02 settembre 2007 a 23:01
Coniglio sarai te
Scritto da: | 02 settembre 2007 a 22:58
Io come sai sono figlio di mia "mamma" :-) Se vivi in paese sai che frequenta molto la chiesa e mi dice che i fiori erano tutti ai loro posti è andata proprio lei a metterli a posto questa mattina. Quindi non facciamo polemiche inutili e per altro false, anche per quanto riguarda il cibo.. le feste sono fatte per divertirsi, mangiare e bere, io non mi sono mai divertito a feste frequentate da salme. Infine qui in paese è uso, prendersi o che ti offrano piatti da portare a casa per quelli che per qualche motivo non hanno potuto andare alla festa.
Se volete bene al paese parlate di cose serie e costruttive, proponete soluzioni ed idee. !!! E soprattutto firmatevi invece di nascondevi nell'anonimato come conigli.
Scritto da: Emiliano | 02 settembre 2007 a 21:37
Ma sono spariti anche delle composizioni di fiori in chiesa che dovevano servire il giorno dopo per la Santa Messa.
Scritto da: | 02 settembre 2007 a 15:54
Castelpoggio è cosi, se ci vivi dovresti saperlo. Quando c'è un banchetto bisogna buttarsi e banchettare, magari portarsi anche a casa un piatto per sopperire ad un eventuale languorino post festa. Fa parte della cultura del luogo, forse deriva anche dalla penuria dei tempi passati, non molto lontani. Ricordo che mia nonna, qualche anni fa, mi redarguì per non essere andato mangiare ad un rinfresco. :-)
Scritto da: Emiliano | 02 settembre 2007 a 14:08
Mi sembravano un po' tutti che non avessero mangiato gia' da giorni,a parte che lo sapevano gia' da mesi che oggi si festeggiava.
Ciao
Scritto da: Klimb | 01 settembre 2007 a 20:04