Mamme in rivolta: il primo circolo non ha soldi, compriamo noi il materiale didattico per evitare la chiusura delle elementari. Ieri il disguido sul personale “collaboratore” ha scatenato la protesta. Oggi la direzione didattica chiederà spiegazioni al Comune.
Trovano la scuola chiusa, bimbi a casa
La dirigente: non c’era il bidello comunale, abbiamo sopperito noi
CARRARA. Suona la campanella ma la scuola è chiusa: le mamme si riportano i bimbi a casa, e protestano. E’ accaduto ieri mattina a Castelpoggio, nel plesso dove ci sono elementari e materne. Un disguido, risolto attorno alle 9,30 quando il portone è stato aperto, ma a lezione sarebbero andati solo 4 o 5 scolari dei 18 iscritti. Analogo problema nell’asilo. La dirigente del primo circolo didattico Saffi, Alessandra Valsega, spiega che di solito il plesso viene aperto dal “personale collaboratore” (che sarebbe il bidello) comunale, «che però ieri mattina non si è visto», mentre quello statale era malato e così in tutta fretta abbiamo inviato un sostituto: «Ha dovuto venire a prendere le chiavi alla Saffi e salire a Castelpoggio. Meglio di così non potevamo fare». Ma le mamme che hanno protestato (Roberta Pucciarelli, Marzia Bonaldi, Marina Biselli, Luisa Posterli, Ilaria Cerruti, Micol Farina, Claudia Fantoni, Cristina Pucciarelli, Sabrina Vaira, Donatella Posterli, Marusca Babboni, Sabrina Nicolai, Chiara Brizzi, Fedora Poli), sostengono che «ogni anni la scuola di Castelpoggio mostra la sua fragilità sin dai primi giorni. Quello che è successo è una storia che si ripete più volte ogni anno, e questa volta i bambini sono tornati a casa»: perché la bidella che solitamente apre la scuola non c’era, con la conseguenza che i bambini sono rimasti «fuori sotto la pioggia, oltretutto con i camion che passano in continuazione nell’orario di entrata (numerose le nostre segnalazioni ai vigili urbani)». Molte mamme lavorano e non hanno potuto attendere più di tanto che arrivasse qualcuno ad aprire. La Valsega spiega: «L’apertura è sempre stata garantita da personale comunale che cura la scuola dell’infanzia, il nostro collaboratore scolastico deputato alla scuola primaria non avrebbe il compito di aprirla. Eravamo sicuri che il personale comunale avesse aperto il plesso come sempre. Il collaboratore delle elementari ci aveva avvisato che era malato, così, scoperta l’emergenza, abbiamo chiamato un sostituto che ha dovuto passare dalla direzione didattica per prendere chiave e poi arrivare a Castelpoggio. Abbiamo dovuto sopperire all’apertura che doveva garantire il Comune. Lo abbiamo fatto con i tempi che avevamo, il più presto possibile». Ma le mamme aggiungono anche altri aspetti della situazione della scuola: «Il 1º circolo non ha mai i soldi per sostenerla, noi genitori abbiamo sempre provveduto a mantenerla con i contributi di feste organizzate: fotocopiatrice, toner, risme di carta, libri, stereo, macchina fotografica, computer, stampante, giochi, cancelleria varia. E i progetti futuri sono molti. Ricordiamo anche che siamo uno dei pochi paesi contro tendenza perché la cittadinanza è giovane e ogni anno nascono una media di 5-6 bambini». temono che la dirigente, che «ha sempre sostenuto che la scuola è un gioiellino e bisogna fare di tutto per non farla chiudere», abbia cambiato idea. La dirigente Valsega spiega il suo punto di vista: «La scuola Castelpoggio ha un costo enorme: il collaboratore alle elementari (il bidello, ndr.) non ce la fa a coprire tutto orario, siamo in straordinario costante per dare il servizio massimo a diciotto alunni. Alla Saffi il rapporto è 1 collaboratore ogni 46 alunni. A Gragnana c’è la stessa situazione di Castelpoggio: se le due scuole venissero unite, non si andrebbe in emergenza col personale ». Vorrebbe un accorpamento? «No, sono contraria ad accorpamenti, per ragioni di radici e identità dei paesi, ma oggi abbiamo una scuola elementare con 18 alunni a Castelpoggio e una a Gragnana con 33, e ciò crea un aggravio di spesa e anche un servizio che rimane con punti deboli. Da anni a Castelpoggio vanno solo insegnanti supplenti, quelli di ruolo potendo scegliere preferiscono scuole più agevoli da raggiungere. Io non voglio chiuderla la sede di Castelpoggio, lo dico alle mamme, ma è una situazione che presenta fragilità». Sull’assenza di un bidello comunale, o meglio, “collaboratore della scuola dell’infanzia”, la dirigente chiederà spiegazioni al Comune. Inoltre ieri dopo l’inconveniente, ha fatto un incontro con gli insegnanti: «Abbiamo deciso di dare al coordinatore di plesso, ossia un insegnante (sui 5 che ci sono) la chiave della scuola, per qualsiasi emergenza. Come l’anno scorso». Non bastava farlo subito anche quest’anno? «Gli insegnanti cambiano. Stiamo facendo il nostro massimo sforzo per coprire tutte le esigenze scolastiche».
C.C.
Da quotidiano IL TIRRENO del 19 Settembre 2007 (cronaca di Carrara)
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