Un tempo in paese era indispensabile produrre carbone per uso domestico ma sopratutto come fonte di guadagno. Le carbonaie fumavano in tutti i boschi attorno a Castelpoggio ed era un mestiere remunerativo ma molto duro.
Il carbone è il residuo di una combustione imperfetta della legna, in poche parole, fatta alla presenza di scarso ossigeno. Tutte le operazioni svolte dal carbonaio hanno lo scopo di assicurare che il processo di carbonizzazione avvenga regolarmente. Le regole fondamentali da osservare sono quella di controllare il fuoco in continuazione per evitare che la legna arda e quella di tenerlo costantemente alimentato, per evitare che il processo di carbonizzazione s’interrompa prima che tutta la legna si sia trasformata in carbone.
La costruzione della carbonaia, comincia piantando sul terreno al centro della piazza carbonaia, tre pertiche lunghe due metri e mezzo, in modo tale da formare un cilindro con un diametro di circa 30 centimetri, che sarà il camino.
I pezzi di legno,preventivamente preparati dai boscaioli sono progressivamente disposti a strati attorno al camino. L’operazione è detta volgitura per l’effetto avvolgente del movimento a spirale che il carbonaio fa, disponendo la legna intorno al nucleo centrale. Durante la volgitura, i tronchi sono sistemati con la parte più grossa in basso, in modo tale da conseguire una graduale inclinazione verso il centro. La legna fine e media è sistemata vicino al camino, a seguire è disposta la legna grossa e media; lo strato più esterno è fatta di fusti sottili e diritti. Al termine dell’operazione la carbonaia assume la caratteristica forma a cupola.
La cupola di legna sistemata attorno al camino è coperta con rami di sempreverde e foglie umide, su questo strato isolante poi, sono sistemate zolle di terra per uno spessore che varia dai 20-30 cm. alla base, ai 10-15 cm. al culmine della carbonaia. Terminata l’operazione di copertura, la carbonaia sembra un gran cumulo di terra, con un foro nel mezzo.
L’accensione della carbonaia avviene buttando dei tizzoni accesi attraverso il camino. Per carbonizzare la legna, nella carbonaia deve esserci costantemente una temperatura che varia dai 350 ai 450 gradi. Giorno e notte, i carbonai devono controllare la combustione: alimentare la brace con i "maccheroni" (pezzetti di legna tagliati molto corti), aprire o chiudere bocche di areazione per evitare che la combustione si arresti o, al contrario, prenda troppo vigore; preservare la carbonaia dalla pioggia troppo insistente, ripararla dai venti che potrebbero alimentare la fiamma con troppo ossigeno, ricostruire i tratti della copertura che eventualmente fossero crollati. Notte e giorno, per quasi tre settimane, il fuoco è alimentato e controllato fino a concludere la carbonizzazione.
Dall’odore e dal colore del fumo che esce dalle carbonaie si può subito capire a che punto siamo della cottura. Il fumo biancastro, opaco e denso sta a significare che la combustione è iniziata da un giorno o al massimo da due e che è ancora in corso la disidratazione della legna. Un fumo giallastro, tendente al marrone con un odore aspro e pungente: è iniziata la carbonizzazione, accompagnata dall’immissione di sostanze catramose e di sostanze acide che si volatilizzano. Con il proseguire della cottura, il fumo diventa celeste e sempre meno denso.
Una volata terminato il processo si toglie la camicia di terra sotto la quale troviamo il carbone. Il prodotto verrà disposto tutto intorno al perimetro della piazza per essere raffreddato dopo di che sarà pronto per essere imballato in grossi sacchi ed essere portato in città o nei paesi vicini per la commercializzazione.
Nel giugno del 2005 gli abitanti del paese hanno organizzato una grande festa che includeva la rievocazione storica di questa importantissima attività antica. Per vedere tutte le foto ed alcuni video della carbonaia clicate qui
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