Dopo lunghe ed estenuanti ricerche finalmente abbiamo reperito informazioni concrete sui resti rinvenuti alla Gabellaccia, il merito e della Dottoressa Radi dell’università di Pisa che ci ha contattato e gentilmente si è resa disponibile a fornirci gli estratti dei suoi studi sull’argomento. La ringraziamo vivamente per averci illuminato, finalmente abbiamo potuto leggere la storia e le descrizioni dei resti, osservare tutte le foto ed i disegni di quello che ci hanno lasciato gli antichi abitanti delle nostre montagne. Adesso continiamo più motivati nella ricerca per la loro localizzazione. Nel frattempo ho cercato in questo post di riassumere al meglio gli articoli della dottoressa Radi:
La Tecchia della Gabellaccia è registrata al catasto della grotte d'Italia con il numero 208 T.Ms. Il sito si trova a quota 800-820 m. ed è composto da vari ripari rocciosi esposti a sud di profondità massima pari a 50 m ed altezza variante fra i 10 e 20 m. I tre ripari più importanti sono comunicanti fra di loro. Gli scavi sono stati eseguiti nel 1959 dall'Istituto di Antropologia e di Paleontologia Umana dell’Università di Pisa a seguito di due segnalazioni di ritrovamenti, la prima ad opera del Gruppo Grotte di Milano, la seconda dal Gruppo Grotte del CAI di Carrara. I materiali rinvenuti, circa 539 reperti e qualche centinaia di resti faunistici, sono inquadrabili nell’enolitico e nell'età del Bronzo.
Gli scavi hanno portato alla luce la seguente stratigrafia:
Lo strato D ha restituito ceramica decorata a striature e fine di colori nero e rosso bruno, entrambe riconducibili ad un orizzonte enolitico.
Lo strato sterile C, sovrapposto al precedente, testimonia un periodo di abbandono.
Lo strato B contiene materiali dell’età del Bronzo.
Il primo strato invece, sconvolto ha restituito frammenti ceramici romani misti a più antichi
Le ceramiche
Nel primo strato di deposito sconvolto ed in superficie sono stati rinvenuti 334 frammenti:
274 Frammenti di ceramica grossolana di pareti, di basi e di forme vascolari di dimensioni medie e grandi.
(Frammento di parete con tre file di Bugnette delimitate da un cordone liscio)
51 Frammenti di ceramica fine appartenenti a pareti, a basi, a ciotole e a un vaso.
9 Frammenti di ceramica con superficie ornata a striature.
Nello strato sottostante B sono stati rinvenuti 71 frammenti:
59 Frammenti di ceramica grossolana di pareti, di cui uno con bugna, uno con foro di restauro, di basi e di vasi.
11 Frammenti di ceramica fine di pareti, anche con decorazioni, di una base decorata a solcature con un motivo cruciforme, di ciotole e vasi anche grandi.
(frammento di base decorata all’interno 4 fasci di 4 solcature parallele, all’esterno circondata da 2 file di coppelle)
1 Frammento di parete con superficie a striature
Nello strato D sono stati rinvenuti 93 frammenti:
26 Frammenti di ceramica grossolana di parete, con presa, di base piatta e di vaso.
17 Frammenti di ceramica fine di parete, con decorazione graffita, e di vaso.
(frammenti con decorazione graffita)
50 Frammenti di ceramica a striature di pareti, con foro di restauro, di base piatta e vasi medi e grandi.
Nello strato E sono stati rinvenuti 15 frammenti:
6 Frammenti di ceramica grossolana di parete e di basi.
2 Frammenti di ceramica fine di parete.
7 Frammenti di ceramica a striature di parete e base piatta.
Industria litica ed ossea
Nel primo strato di deposito sconvolto ed in superficie sono stati rinvenuti:
1 punta di lama
1 punteruolo di tibia di volpe
1 spatola di corno di cervo
(Punta di lama)
(Punteruolo)
(Spatola)
Nello Strato B:
1 Lametta non ritoccata
1 macina a superficie funzionale concava
In quello D:
5 schegge non ritoccate
1 scheggia laminare con sbrecciature
1 scheggia con troncatura normale concava
2 lamette ritoccate
1 punta su lametta con ritocco
1 cuspide di freccia ovale
2 frammenti di asce in pietra verde levigata
1 punteruolo su ulna di volpe
2 punteruoli su scheggia ossea
1 zanna di cinghiale levigata
1 pendaglio di calcare marnoso grigio
1 ciottolo ovoidale di marmo bianco levigato
1 frammento di quarzo
1 opercolo di conchiglia
(cuspide di freccia) (punta su lametta)
(punteruoli ossei)
(punteruolo volpe)
(pendaglio)
(zanna di cinghiale)
Resti di fauna ed osservazioni
I resti di fauna appartengono ad animali per lo più domestici , ma anche i resti di animali selvatici sono rappresentati: quelli di cervo sono circa il 10 % nello strato B e 5 % in quello D. Per altre specie (lepre, ghiro, puzzola, tasso) pochissimi sono gli esemplari rinvenuti e tutti nello strato D. Per questo si suppone che l'attività di caccia sia stata solo occasionale.
Ovini Caprini Suini Bovini
strato B 17 14 15
strato D 60 36 26
Sia la scarsità dei resti in genere sia la quantità modesta delle ceramiche fanno escludere che la Tecchia sia stata un insediamento stabile, ma è più probabile che venisse usata temporaneamente. L'insediamento stabile doveva essere ubicato in zone a quota più bassa mentre le grotte venivano usate come rifugio stagionale oppure occasionale durante gli spostamenti per portare le mandrie e greggi in pascoli più alti.
BIBLIOGRAFIA:
- G.RADI LA TECCHIA DELLA GABELLACCIA (CARRARA). NOTE PALETNOLOGICHE (ATTI DELLA SOCIETA' TOSCANA DI SCIENZE NATURALI 1976 pp. 81-102
- G. RADI TECCHIA DELLA GABELLACIA (L'ETA' DEI METALLI NELLA TOSCANA NORD-OCCIDENTALE PACINI EDITORE PISA 1985 pp. 264-270)
Ottimo lavoro!
Ero certo che si sarebbero trovate le info relative al lavoro di ricerca. Ora occorre cercare nei magazzini di qualche Istituzione (Sovraintendenza o Istituti universitari) in quel di Pisa per tirare fuori i reperti.
Concordo. Occorrerebbe fare una iniziativa pubblica nei prossimi mesi, invitando chi ha eseguito gli scavi.
G.I.
Scritto da: Guido Iacono | 27 marzo 2007 a 08:36
Ciao Emiliano, sono veramente felice, è bene per tutti i popoli guardarsi un poco indietro.La tua amica apuana carla ciao
Scritto da: | 26 marzo 2007 a 14:30
Un idea ottima, ma mi servirebbe aiuto !
Scritto da: castelpoggio | 26 marzo 2007 a 14:06
Complimenti per la ricerca.
La nostra identità passa anche da lì
Un consiglio: fai un'iniziativa pubblica sull'argomento.
un saluto
Elena Beisso
Scritto da: Elena Beisso | 26 marzo 2007 a 13:36