Il partono "tradizionale" di Castelpoggio è San Sisto II, si festeggia il 6 agosto anche se la chiesa cattolica per far spazio alla celebrazione della Trasfigurazione di Gesù, ufficialmente l'abbia spostato al 7. La devozione deriva dalla esistenza, in antichità, nei pressi di Monte Forca, della cappella dedicata al Santo. Sisto si suppone fosse di origini greche, precisamente ateniese. Insegno in Spagna, precisamente a Saragoza da li si trasferì a Roma dove fu arcidiacono poi Pontefice. Fu eletto Papa alla morte di Stefano I, ma il suo pontificio duro meno di un anno dal 30 agosto 257 al 6 agosto 258. Il suo emblema è la palma.
Costruttore di pace
Ha avuto il merito, anche con il poco tempo a sua disposizione, di aver ripristinato le relazioni con la chiesa africana ed orientale deteriorate dagli atti del suo predecessore Stefano I, su questioni legate al battesimo degli eretici. La questione non era da poco, tra le varie Chiese vi erano spesso divergenze legate a conflitti dottrinali, in questo caso ci si scontrava sull'annoso quesito:
Se un cristiano eretico vuole rientrare nella Chiesa da cui era staccato, si dovrà battezzarlo di nuovo o è sufficiente il battesimo che ha ricevuto la prima volta?
La Chiesa di Roma e alcune altre in Asia e in Africa riaccoglievano ogni convertito senza ribattezzarlo, semplicemente imponendogli le mani sul capo e ungendogli la fronte col crisma. Invece altre Chiese africane principalmente dell’Asia Minore e della Siria ritenevano indispensabile un nuovo battesimo. Da Roma giunge loro un severo rimprovero: il papa Stefano I volle imporre a tutti di seguire l’usanza romana, pena la scomunica. E questo rigore provoca l’inevitabile e gravissimo malcontento, che ricade addosso a Sisto II all'inizio del suo papato. Sisto però affronta la crisi nel modo giusto e moderato, lasciando cadere le minacce di scomunica e stabilendo che ogni Chiesa o gruppo di Chiese abbia la facoltà di risolvere la questione in base alle sue particolarità.
Il martirio
La persecuzione durante il suo papato si intensifica molto, nell’agosto 257, il mese della sua elezione, un primo decreto di Valeriano proibisce il culto cristiano pubblico e ordina al clero di venerare con sacrifici pubblici gli dèi dell’impero, pena gli arresti domiciliari e i lavori forzati. Ma l’Impero, impegnato in difficili guerre lungo il Danubio, sul Mar Nero e in Mesopotamia, ha bisogno all’interno dei confini di una rigida disciplina anche religiosa, e deve procurarsi mezzi attraverso le confische. Per questa ragione nel 258 un secondo editto stabilisce la pena di morte per il clero che non venera gli dèi, e la destituzione con sequestro dei beni per i funzionari imperiali cristiani. E’ in base a questo secondo decreto che papa Sisto II viene arrestato e ucciso.
La notizia ufficiale del martirio di Sisto II l'abbiamo da una lettera di San Cipriano, vescovo di Cartagine. Cipriano che lo definisce "sacerdote buono e pacifico", parlando della situazione di grande incertezza e disagio in cui versavano le Chiese a causa della crescente ostilità verso i cristiani, scrive:
«L'imperatore Valeriano ha spedito al senato il suo rescritto col quale ha deciso che vescovi, sacerdoti e diaconi siano subito messi a morte...»
Poi continua:
«Vi comunico che Sisto ha subito il martirio con quattro diaconi il 6 agosto, mentre si trovava nella zona del cimitero. Le autorità di Roma hanno come norma che quanti vengono denunciati quali cristiani, debbano essere giustiziati e subire la confisca dei beni a beneficio dell'erario imperiale[1].»
Il cimitero di cui si parla nella lettera è quello di Callisto, Sisto venne sorpreso in questo luogo, mentre insegnava la parola divina, i soldati vanno dritti verso di lui, disinteressandosi dei fedeli, e lo conducono nel luogo del supplizio dove fu subito decapitato insieme a sei dei sette diaconi di Roma (Felicissimo. Agapito, Gennaro, Magno, Vincenzo e Stefano). Il settimo, l'arcidiacono Lorenzo, suo allievo già a Saragoza nonché erede spirituale, fu ucciso quattro giorni dopo sulla via Tiburtina. Sisto II dopo il martirio fu sepolto nello stesso cimitero di S. Callisto presso la cripta Santa Cecilia dove ancora adesso si trova la sua tomba.
San Sisto e San Lorenzo
Sant’Ambrogio nel De Officiis, racconta i momenti culminanti al Cimitero di Callisto cosi:
«205. San Lorenzo,... vedendo il suo vescovo Sisto condotto al martirio, cominciò a piangere non perché quello era condotto a morire, ma perché egli doveva sopravvivergli. Comincia dunque a dirgli a gran voce: "Dove vai, padre, senza il tuo figlio? Dove ti affretti, o santo vescovo, senza il tuo diacono? Non offrivi mai il sacrificio senza ministro. Che ti è spiaciuto dunque in me, o padre? Forse mi hai trovato indegno? Verifica almeno se hai scelto un ministro idoneo. Non vuoi che versi il sangue insieme con te colui al quale hai affidato il sangue dei Signore, colui che hai fatto partecipe della celebrazione dei sacri misteri? Sta' attento che, mentre viene lodata la tua fortezza, il tuo discernimento non vacilli. Il disprezzo per il discepolo è danno per il maestro. È necessario ricordare che gli uomini grandi e famosi vincono con le prove vittoriose dei loro discepoli più che con le proprie? Infine Abramo offrì suo figlio, Pietro mandò innanzi Stefano. Anche tu, o padre, mostra in tuo figlio la tua virtù; offri chi hai educato, per giungere al premio eterno in gloriosa compagnia, sicuro del tuo giudizio".»
«206. Allora Sisto gli rispose: "Non ti lascio, non ti abbandono, o figlio; ma ti sono riservate prove più difficili. A noi, perché vecchi, è stato assegnato il percorso d'una gara più facile; a te, perché giovane, è destinato un più glorioso trionfo sul tiranno. Presto verrai, cessa di piangere: fra tre giorni mi seguirai. Tra un vescovo e un levita è conveniente ci sia questo intervallo. Non sarebbe stato degno di te vincere sotto la guida del maestro, come se cercassi un aiuto. Perché chiedi di condividere il mio martirio? Te ne lascio l'intera eredità. Perché esigi la mia presenza? I discepoli ancor deboli precedano il maestro, quelli già forti, che non hanno più bisogno d'insegnamenti, lo seguano per vincere senza di lui. Cosi anche Elia lasciò Eliseo. Ti affido la successione della mia virtù".»
A Lorenzo fu promessa salva la vita se avesse consegnato i tesori della Chiesa entro tre giorni. Il 10 agosto, quindi, Lorenzo si presentò alla testa di un corteo di suoi assistiti dicendo:
«Ecco questi sono i nostri tesori: sono tesori eterni, non vengono mai meno, anzi crescono.»
Sisto II viene venerato come santo anche dalla Chiesa ortodossa (che lo commemora il 10 agosto).
Ritratto di San Sisto II (sconosciuto)
La leggenda
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San Lorenzo ordinato diacono da Sisto II, Cappella di Nicolo V in Vaticano
BIBLIOGRAFIA
- Wikipedia, l'enciclopedia libera. (www.wikipedia.org)
- www.santiebeati.it - Famiglia Cristiana - Domenico Agasso
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