NOTE GEOLOGICHE
"All'interno del tema di questo convegno sono compresi studi sull'utilizzo e il reimpiego dei marmi nel periodo medievale nell'area di Carrara. In questa nota si vogliono descrivere con un percorso dai manufatti alle aree estrattive originali, due esempi di casi di "microlitismo" per uso ornamentale di marmi meno consueti nel territorio di Carrara: il Nero di Colonnata e il Rosso di Castelpoggio. Per il primo lapideo viene citato un utilizzato tradizionalmente assegnato all'ornamentazione della facciata e parti dell’interno del Duomo di Carrara; per il calcare rossastro estratto dal paese di Castelpoggio, nei dintorni del capoluogo, si evidenzia un utilizzo ancora più limitato ma con qualche realizzazione interessante, significativo per attestare l'attività di cave di marmi colorati anche nel periodo medievale"
FOTO: Museo di Storia Naturale dell'Accademia dei Fisiocritici, www.musnaf.unisi.it
"Il marmo Rosso di Castelpoggio (Rosso Antico di Carrara o Imperiale) costituisce una delle maggiori rarità nel campo dei materiali lapidei della zona di Carrara, sebbene sia sempre stato ben noto agli addetti ai lavori. Venne escavato in quantità molto limitate, fino alla seconda guerra mondiale, da alcune piccole cave situate nei pressi del paese omonimo, ed è costituito da un calcare siliceo di colore rosso fegato-violaceo, con venature e mosche bianche. Di buona compattezza e saldezza, venne però utilizzato, da note edite, prevalentemente per usi interni. Dal punto di vista geologico il materiale appartiene alla "Scaglia Toscana" non metamorfica, costituita da calcilutiti rosse-verdastre, molto vicine al contatto con i diaspri, all'interno della Serie Toscana. Nell'area di Castelpoggio-Tenerano la serie appare deformata con sviluppo di grosse pieghe. Questo orizzonte lapideo fu studiato nelle note opere di Zaccagna indicando la provenienza di questo marmo da banchi di calcare rosso e violaceo, accompagnato da noduli di selce; "presso il paese si ritrova un bel marmo compatto a grana fine...ricordante il rosso antico di Grecia". Il famoso geologo è in pratica il riscopritore del giacimento nel 1880 e su sue indicazioni se ne intraprese la coltivazione per opere di architettura all'estero e restauro di opere antiche. L'attività estrattiva continuò con quantità limitate ma regolari fino ad almeno gli anni '40 del XX sec. Le più recenti notizie in letteratura su questo materiale lapidei provengono dai noti studi di Pieri che individuava anche alcune varietà intitolate Violetto Antico di Castelpoggio, Rosso e Rosa di Gragnana. Una interessante realizzazione del XVI sec. con questo marmo, realizzata a Carrara e già segnalata da studi approfonditi, si ritrova nel tempietto ottagonale della Chiesa della S.S. Annunziata a Pontremoli, nella nicchia di sfondo alla statua di S. Agostino."
di SERGIO MANCINI (Geologo, Stone Advisor)
da ANTE ET POST LUNAM Reimpiego e ripresa estrattiva dei marmi apuani II - l’evo medio Convegno di studi per l’istituzione del "PARCO ARCHEOLOGICO DELLE ALPI APUANE" CARRARAMARMOTEC Complesso fieristico - Marina di Carrara sabato 4 giugno 2005
"Marmi a pigmentazione ematitico-manganesifera: a questo gruppo, oltre al rosso di Castelpoggio nella variante tendente al violaceo, appartengono marmi ed in particolare marmi brecciati e brecce, per lo più policromi con preponderanza di rosso e di viola. Rosso rubino, il viola porpora di Piemonte. Molto resistenti agli agenti atmosferici, adatti per esterni."
da http://casa.caltanet.it/Info/marmo3.htm
Caratteristiche geolitologiche
"Questo materiale era estratto dalla formazione litologica delle radiolariti, note anche come "Diaspri", della Serie Toscana non metamorfica. La formazione ha uno spessore variabile da poche decine ad un massimo di 100 metri. Si presenta formata da straterelli di spessore decimetrico di colore rosso, verde o nero, con composizione prevalentemente silicea. Nella successione stratigrafica della serie Toscana ai Diaspri segue verso l'alto un calcare di colore chiaro, a grana fine, talvolta selcifero, noto come "Maiolica". A quest'ultimo segue poi una formazione composta prevalentemente da argilliti, calcari marnosi e calcareniti denominata "Scisti policromi" (o "Scaglia Toscana"), per la frequente variazione di colore dal rosso al verde al grigio a cui è soggetta. Talvolta la formazione della Maiolica manca, come avviene nei dintorni di Castelpoggio, in Comune di Carrara, e i Diaspri vengono a diretto contatto con la Scaglia. In questa località il passaggio diaspri-scaglia avviene tramite una fascia di transizione di 6-7 metri di spessore costituita da un'alternanza di straterelli micritici verdi e calcari marnosi rossi. Da questi livelli calcarei veniva estratto il Rosso di Castelpoggio."
Caratteristiche ornamentali, usi, area di estrazione
"Il Rosso di Castelpoggio è un calcare intensamente colorato dal rosso cupo al violaceo con qualche macchia o venatura bianca di calcite o con zonature bianco verdastre. Ricorda il Rosso antico di Grecia. E' un materiale molto duro per l'elevato contenuto in silice. Circa la resistenza agli agenti atmosferici si hanno pareri discordi: Zaccagna (1932) sostiene "a causa della forte proporzione di materia argillosa contenutavi, questi marmi non fanno buona prova se esposti alle intemperie". Pieri (1964) afferma "...molto resistente agli agenti atmosferici ...". Al variare dell'intensità della colorazione rossa o violetta assumeva commercialmente diverse denominazioni: Rosso antico Carrara, Rosso antico imperiale, Rosso antico nuvolato, Violetto antico di Castelpoggio, Violetto antico nuvolato. La sua zona di provenienza, come detto, era nelle vicinanze di Castelpoggio, a nord di Carrara, dove veniva estratto da alcune cave abbandonate da tempo. Zaccagna (1932) nella sua Descrizione Geologica della Alpi Apuane fa riferimento all'estrazione e all'uso di questo materiale "Vi fu aperta una cava nel 1880 dietro le indicazioni dello scrivente, appunto del restauro di lavori antichi. La cava è rimasta dappoi sempre attiva essendo questo materiale conosciuto ed apprezzato. Venne usato con pieno successo anche in lavori decorativi interni e di grandi proporzioni eseguiti per l'estero".
da "PIANO REGIONALE DELLE ATTIVITA’ ESTRATTIVE DI RECUPERO DELLE AREE ESCAVATE E DI RIUTILIZZO DEI RESIDUI RECUPERABILI" ELABORATO DA: Dr. Geol. Alessandro Giannini, Dr. Geol. Luciano Giuntini, Dr. Geol. Ivano Rossi
Fonte Iternet: http://www.provincia.ms.it
DOVE SI PUO AMMIRARE IL PREZIOSO MARMO:
Palazzina Reale (padiglioni e pensiline) via Valfonda Firenze (Firenze):
"......Il salone reale, sviluppato in verticale per i 10 m di altezza totale dell'edificio, è illuminato da un grande velario in vetro giallo ondulato, ritagliato al centro del solaio di copertura, e dalla luce filtrata dalle lastre di alabastro degli affacci dal primo piano. Un "fasto bizantineggiante" (BELLUZZI, CONFORTI 1986, p. 100) si rivela nel rivestimento in lastre di marmo rosso Castelpoggio fino a metà delle pareti, poi trattate a stucco romano, nella pavimentazione in legno noce e rovere su cui si eleva, sul lato di testa, una pedana in marmo Castelpoggio per le poltrone reali. Al centro della parete di testa, inquadrato da paraste ancora in marmo rosso, campeggia un pannello a mosaico di tessere azzurre e oro, con il prezioso disegno del nodo sabaudo, la scritta FERT e originariamente una corona al centro. Le vetrate di comunicazione con i due vestiboli sono incorniciate in marmo bianco apuano......"
Si dice che vi sia un lavoro elaborato con il nostro marmo anche in vaticano.
Post collegati:
Antico pendolo in marmo rosso
Il nostro marmo nella cattedrale di San Lorenzo a Genova
Ciao Emiliano! I was wondering if there are any sources for the Rosso di Castelpoggio now? Can it be purchased anywhere? I am looking for a small piece. Grazie, Amy Nicolai
Scritto da: AmyEmilia | 30 settembre 2010 a 19:05
Ci stà benissimo, che il Quaglino abbia acquisito il diritto di proprietà sulla cava di rosso di Casteloggio dal Triscornia, dato che comperò tutta la collina di Stabbio ove era situato il Casino Triscornia (esistono anche delle foto). In tale sito, costruì la Villa, la galleria e il Laboratorio. Nel 1931 il marmo era ancora lavorato dai suoi operai, infatti, mia mammma se lo ricorda molto bene essendo amica della figlia, e ascoltando i racconti degli artigiani del marmo che frequentavano la Trattoria-Cantina di sua nonna. Mia nonna Fidalma, la mamma di mia mammma ( dei Biselli di Gragnana detti Ciavatin), lavorava per la famiglia Quaglino, erano così in amicizia, che la moglie del Quaglino, spesso accompagnava mia nonna al Paese, soprattutto quando c'erano feste, era una patita del ballo, e nonostante la sua condizione economica, non disdegnava balla re con i mie zii e con altri giovani del paese. Posso chiedere notizie anche al Conte Paolo Micheli Pellegrini, che sò discendente della famiglia Triscornia. Il vecchio Quaglino, ho avuto il piacere di conoscerlo anch'io, una figura d'altri tempi: burbero, distaccato, con una lunghissima ma veramente lunga barba bianca. Al tramonto, ogni sera, si metteva sotto una loggetta dipinta che fungeva da terrazzino, e guardava il sole tramontare.
Ciao Alma Vittoria Cordiviola
Scritto da: alma vittoria cordiviola | 13 settembre 2007 a 15:38
Grazie infinitamente, il contributo è come sempre preziosissimo. Spero mi possa aiutare nella mia ricerca. Fino ad adesso ero arrivato a Triscornia come padrone della cava ed anche alla Famiglia Morelli di Castelpoggio , le notizie sono un po contrastanti. Qualcuno mi ha detto che C'è un famoso mosaico fatto con il nostro marmo nella villa del Casale in Sicilia, ma ancora non ho avuto riscontri. Continuo nella ricerca.
Sempre disponibile, Emiliano
Scritto da: Giannarelli Emiliano | 12 settembre 2007 a 17:39
Caro Emiliano, dopo tanto tempo mi faccio viva, in privato poi, ti spiegherò il perchè del mio lungo silenzio. A proposito della cava di rosso, ti informo che fu sfruttata fino al suo esaurimento, dal Signor Emilio Quaglino (1938 circa) l'imprenditore edile che costruì l'Ospedale di Carrara, comprendente il complesso di Monterosso. Il Quaglino arrivato a Carrara, abitò prima in affitto dai Milani di Stabbio, poi comprò vigna e terreni dalla famiglia Triscornia (Paolo e Ferdinando) e a Stabbio, costruì la sua meravigliosa villa, con annessa una grandissima galleria per contenere le opere d'arte (si sviluppa sotto la gradissima terrazza) e sovrasta quello, che un tempo era il laboratorio di scultura, dove anche il rosso di Castelpoggio veniva lavorato. Nella villa, si può ammirare l'utilizzo di detto marmo in maniera stupenda. Oggi la villa è abitata dalla figlia novantenne del Quaglino Albarosa ( che da ragazza fu amica di mia madre).Sposatasi con un Faggioni, è stata lontana da Carrara per tanto tempo. Suo figlio, nipote del Quaglino, è il noto regista teatrale Faggioni. Mia mamma, conseva un piccolo cuore di rosso di Castelpoggio, ottenuto da un frammento della lavorazione, che si svolgeva nel detto laboratorio. La nonna di mia madre, a Stabbio ( luogo detto al Dazio vecchio) aveva Trattoria e Cantina, ed essendo questo luogo, sede di ben quattro laboratori, i suoi clienti erano operai, scultori, formatori, scalpellini e ornatisti che vi lavoravano, compresi quelli di Quaglino. Spero che questo piccolo contributo ti possa essere utile,
un caro saluto
Ala Vittoria Cordiviola
Scritto da: alma vittoria cordiviola | 12 settembre 2007 a 16:30